HERBARIUM. I FIORI SONO RIMASTI ROSA
Un progetto collaborativo di Alessandra Calò con Valentina Bertolini, Paolo Borghi, Valentina De Luca, Cinzia Immovilli, Flavia Vezzani e Caterina Perezzani
“Questo erbario lo cominciai in questo volume legato, nel 1883-84 in quarta classe ginnasiale all’età di 14 anni”.
Esplorando gli archivi dei musei Civici, la scoperta dello sconosciuto erbario di Antonio Casoli Cremona diventa per Alessandra Calò uno spunto per riflettere su nuovi modi di concepire l’immagine.
Se i noti erbari di Filippo Re spiccano per la volontà di ricerca e completezza, quello di Antonio ha la purezza di una curiosità che ancora non conosce il rigore della scienza.
Con lo stesso spirito, l’artista ha guidato un gruppo di sei persone con fragilità nella costituzione di un erbario ideale: un erbario rayografico dove il concetto di bellezza si allarga fino ad includere l’imperfezione, la fragilità e la marginalità.
Nella rappresentazione del gesto di cura evocato dai protagonisti, l’azione immaginata diventa iconica e, grazie alla sovrapposizione delle immagini, innesca una simbiosi tra la sua umanità e la natura raffigurata. Un viaggio nel tempo attraverso la fotografia, l’antica tecnica di stampa e la calligrafia dell’erbario ottocentesco.
Nasce così Herbarium, risultato di un percorso condiviso durato quattro mesi, in cui la pratica artistica si fonde con la sensibilità e lo sguardo dei partecipanti, lo stesso di quando, sfogliando le pagine di un antico erbario, scoprono che “i fiori sono rimasti rosa”.
Un ambiente marginale di Palazzo dei Musei è stato trasformato nel teatro di questa insolita esperienza: vissuto per mesi come camera oscura e ora sede di mostra, viene restituito alla città come spazio pronto ad accogliere progetti futuri. L’immagine evocativa, sfondo della vetrina sulla via, disegna un ponte tra luogo della memoria e spazio della vita collettiva.
Il percorso rimane un’esperienza intima, rivive nelle opere qui installate supportato dalla traccia digitale che restituisce suggestive e articolate fasi del processo creativo e laboratoriale.
L’inedito cortile interno, retrostante il laboratorio, fa da contrappunto con un’installazione che accoglie e raccoglie testimonianze e suggestioni dell’arredo urbano, grazie al prezioso lavoro del gruppo de I Senzamai, operosi custodi del Parco San Lazzaro, e Art Factory.
L’installazione è stata studiata per una visione delle opere accessibile e tuttə.