Fire on World
In Fire on World Carmen Winant espone una serie di oggetti, tutti con un’esistenza pregressa alle spalle: i proiettori per diapositive sono usati (probabilmente migliaia di volte) e le diapositive stesse sono state trovate, comprate e restaurate. Carmen Winant non è la creatrice di nessuna di queste immagini e non è neppure la prima ad averle usate.
Le serie di immagini non si sviluppano come una storia unica: i proiettori e le centinaia di immagini scollegate fra loro vanno a tessere molteplici narrazioni. Narrazioni di protesta, di nascita, di gambe di donne, dell’allunaggio, di strutture complesse: piccoli mondi in fiamme. Nel loro insieme, esse danno vita a una coreografia in continuo comporsi e scomporsi.
A volte una serie di immagini si allinea ordinatamente per poi scomparire. Alla fine, prese nel loro complesso, le immagini vanno a costituire un quadro più ampio di disordini sociali e di dissenso. Le rivolte di Watts e le proteste per il diritto all’aborto, assieme ad altri eventi, restituiscono in un momento cristallizzato un mondo travagliato, permeato di profonda disperazione ma che non intende rinunciare alla speranza. Bruciare tutto rappresenta un’alternativa per un nuovo inizio.