Intervista a Marinella Paderni

Intervista a Marinella Paderni

Critico d’arte contemporanea e curatore indipendente è docente presso l’Università IULM di Milano, l’Accademia di Belle Arti “Carrara” di Bergamo e l’ISIA di Faenza: Marinella Paderni ha curato per Fotografia Europea 2013 le mostre Higgs Ocean di Andrea Galvani e Time will make all plain di Esko Männikkö. Le abbiamo fatto qualche domanda per conoscere meglio i progetti.

La ricerca fotografica è in grado di aiutarci ad avere un atteggiamento critico nei confronti della “società dello spettacolo”?

Proprio perché la nostra società dello spettacolo si basa sull’inversione della vita in finzione spettacolare, e essendo la fotografia un dispositivo dello sguardo che si muove agilmente nel territorio ambiguo dell’illusione e della messa in scena, come pure del disvelamento della realtà, la ricerca fotografica è assolutamente rivelatrice di quei meccanismi percettivi che sottendono la fascinazione collettiva per le immagini. La fotografia interviene sempre sulla coscienza dell’esserci, sul bisogno antropologico di esistere come immagine e di “sparire” al contempo dentro un mondo sfavillante d’immagini. La fotografia può renderci lucidi e attivi davanti al potere mediatico della telepresenza poiché ci pone di fronte ad un doppio iconico, l’immagine di un’immagine, realtà tanto più lontana dall’essere quanto più vicina all’apparire.

In passato i fotografi ci hanno fatto scoprire territori e genti irraggiungibili. Ma ora che tutto è mappato, controllato e storicizzato, è rimasto qualcosa che può sorprenderci nel mondo?

Se così non fosse, non saremmo ancora tanto dipendenti dalle immagini e dal loro potere immaginifico.  A dispetto della società spettacolare, la fotografia ha ancora la magia unica e irripetibile dell’istante, un frammento di tempo in cui l’eternità diventa immagine. È la poesia dell’attimo colto mentre che sta fuggendo, come quella bellissima fotografia di Gabriel Orozco (Breath on piano, 1993) che immortala la traccia di un respiro temporaneo, in dissolvenza, sopra un pianoforte… Forse se non c’è più sorpresa, è sparita dall’occhio di chi guarda.

L’intervista completa qui

Tags:
Nessun commento

Commenti chiusi.