FE 2018: Allons enfants!
Abbiamo chiesto al free magazine TIPO i sette motivi per venire a Reggio Emilia tra il 20 aprile e il 17 giugno… Eccoli!
Per Galilei doveva attenersi ai fatti. Per Robespierre essere virtuoso. Per Rimbaud avere visioni. Per Lenin sfrecciare su un vagone piombato. Per Chaplin farsi crescere i baffetti. Per Elvis ancheggiare. Per il Che non perdere la tenerezza. Per Cruyff giocare a tutto campo. Enigmatico quid del rivoluzionario: può trovarsi ovunque, apparire casuale, sembrare strano e incongruo. Ma poi balena, come un flash, e cambia tutto: rovescia il tavolo, dà scaccomatto, riscrive le regole, “abolisce lo stato di cose presenti”. Basta riconoscerne scatti, pose, istantanee. E allora che aspettate? In marcia per le strade di Fotografia Europea. Perché la rivoluzione non russa e non aspetta…
#1. Net
Un bel film di Woody Allen si apriva con il primo piano di una palla in bilico sul filo di una rete tennistica. Il celebre sociologo Evgenij Morozov (20 aprile alle 17 in Piazza Martiri del 7 luglio) si occupa di un’altra Rete, ma vi potrà comunque dire da quale delle due parti cadrà la sfera: controllo, oligarchia e barbarie? Libertà, democrazia, ottimismo? Philip K. Dick o Steve Jobs?
#2. La voglia matta
Gli eroi “son tutti giovani e belli”, diceva il cantautore. O, almeno, hanno stile: e voi? Qualche consiglio in arrivo da Nina Zilli con lo show Pensiero stupendo (venerdì 20 aprile alle 21.30 in Piazza San Prospero) e dall’icona del cinema italiano anni ‘60, e molto altro, Catherine Spaak (sabato 21 aprile alle 17 in Piazza Martiri del 7 luglio). Perché il sol dell’avvenire avrà tinte rosa.
#3. Light My Fire
Amore libero, contraccezione, Eros e Civiltà, cavalca il serpente, “sì voglio Sì”, Gola Profonda, “L’utero è mio”, Porci con le ali, Le Ore, Tropico del cancro, minigonna, frusta, vibratore, Freud, Ultimo tango, “Je t’aime, je t’aime. Oh oui je t’aime”… A Palazzo Magnani c’è Sex & Revolution! Arrossiti?

Manifestazione femminista – collettivo donne Santa Marta, Milano 1976, © Roby Schirer
#4. On the road, again
”Una macchina veloce, l’orizzonte lontano e una donna da amare alla fine della strada”, anelava Kerouac. Ma, Jack, la strada non finisce mai… Basta chiedere al venerato maestro Joel Meyerowitz (in mostra a Palazzo da Mosto e il 21 aprile alle 12 in dialogo con Francesco Zanot in Piazza Martiri del 7 luglio) che ha creato un mondo nuovo grazie alla fotografia a colori e alle vie piene di cose e genti di New York: dai Sixties alla devastazione di Ground Zero.

Joel Meyerowitz, Paris France, 1967
#5. Internazionale Futura Umanità
L’Iran ai Chiostri di San Domenico, i tratti di costa dal Pacifico all’Adriatico di Mishka Henner (Banca d’Italia), la Cina tra antichità e turbosviluppo di Luca Campigotto (Sinagoga), il viaggio nell’isolamento siberiano di Clément Cogitore (Spazio San Rocco)…

Luca Campigotto, Hong Kong 2016, in collaborazione con fondazione EMGdotART
#6. Finis Russiae
Avete il coraggio di tenere gli occhi aperti di fronte all’accecante tramonto dell’utopia? Allora potete andare a vedere Motherland di Danila Tkachenko (via Secchi): l’immagine più iconica di questa edizione – una casa in fiamme nella notte della steppa sterminata – è sua.

Danila Tkachenko, Motherland #4, Russia, 2016. Courtesy by Danila Tkachenko and Galleria del Cembalo
#7. Ventrali
Hanno saltato l’ostacolo in modo differente dagli altri ricordandoci il gusto della cinnamon, Jarmila Kratochvílová, Alberto Juantorena e quanto sono “sensibili” i neo-fascisti, ecc. Ora la storia degli Offlaga Disco Pax – tre dischi, ammirazione e affetto in tutta la Penisola – è diventata un libro con le foto di Fabrizio Fontanelli. Il Comitato Centrale esige di intervenire alla presentazione di domenica 22 aprile in Polveriera, ore 18.

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