Verso l’infinito… e oltre!

Siamo stati sulla Luna e intorno al mondo, abbiamo viaggiato a bordo di potenti moto e di un tagliaerba, in mezzo a confini indefinibili e oltre i confini delle nazioni.
Ecco una selezione di film che ci hanno portato su strade diverse, dentro viaggi alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, oppure di un sogno, di una speranza, della propria memoria.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
Marcel Proust

1- Il viaggio nella luna, Georges Melies, 1902

Il film racconta l’avventura di un gruppo astronomi che riesce ad andare sulla Luna: una volta sbarcati vengono imprigionati dalla popolazione locale, i Seleniti. Tuttavia riescono a scappare e ripartono verso la terra, atterrando nel mare.
Una delle scene iniziali del film, la navicella spaziale che si schianta sull’occhio della Luna (che presenta un volto umano), è entrata nell’immaginario collettivo ed è una delle sequenze che hanno fatto la storia del cinema.
Le scene senza didascalie risultano piuttosto difficili nella comprensione. All’epoca però il pubblico era aiutato dalla figura dell’imbonitore, un narratore fisicamente presente in sala che spiegava e coloriva con battute il senso della storia.
Le inquadrature spesso non sono perfette e tagliano fuori alcuni elementi sui lati: questo perché la cinepresa di tipo Lumière, che Méliès adoperava, non era ancora dotata di mirino e l’inquadratura era spesso basata solo sul buon senso e l’esperienza dell’operatore.

2- Il giro del mondo in 80 giorni, Michael Anderson, 1956

Il romanzo di Jules Verne diventa un kolossal d’avventura spruzzato di umorismo britannico. Mr. Fogg, un gentleman inglese di fine Ottocento, scommette con i soci del suo esclusivo club di riuscire a compiere il giro del globo in 80 giorni. Accompagnato dal maggiordomo Passpartout, l’uomo userà tutti i mezzi a sua disposizione (mongolfiera, treno, barche di qualsiasi genere) per riuscire nella sua impresa.
Un classico del cinema d’evasione, un cast d’eccezione, cinque premi Oscar vinti. E gli splendidi titoli di coda di Saul Bass.

3- Easy rider, Dennis Hopper, 1969

Uno dei più grandi successi del cinema indipendente americano, Easy Rider narra il viaggio attraverso l’America di due motociclisti sui loro chopper, in totale libertà. La pellicola coniuga il classico tema del viaggio con alcuni degli elementi centrali della cultura alternativa: la musica, la ribellione e la droga nei suoi diversi aspetti (cocaina come profitto, marijuana come socialità, lsd come incubo). Quello che è considerato il road movie per eccellenza è ispirato in realtà ad un film del 1962 uscito negli Stati Uniti con il titolo di The Easy Life: nientemeno che Il sorpasso di Dino Risi.

4- Stand by Me, Rob Reiner, 1986

Quattro ragazzi, spinti dal desiderio – ognuno per un motivo diverso – di riscattarsi e diventare degli eroi agli occhi di tutti, decidono di andare alla ricerca del corpo di un ragazzo scomparso e si mettono in cammino lungo i binari della ferrovia.
Un viaggio iniziatico alla scoperta della morte e delle proprie paure, tratto dal racconto The Body di Stephen King. Una volta adulti la vita li separerà, ma i quattro non dimenticheranno mai quell’estate di tanti anni prima.

5- Central do Brasil, Walter Salles 1998 

Dora è una maestra in pensione cinica e zitella che scrive lettere – senza poi spedirle – per conto dei tanti analfabeti che si riversano ogni giorno nella principale stazione di Rio de Janeiro. Un giorno incontra Josuè, un ragazzino che ha perso la madre ed è alla ricerca del padre. Inizialmente Dora pensa addirittura di venderlo a un mercante di bambini ma decide poi di accompagnarlo al paese del padre, nel Brasile nord-orientale.
Su mezzi di trasporto precari e di fortuna, i due attraversano territori sconosciuti, si trovano coinvolti in riti e processioni religiose, fanno conoscenze, rimangono senza soldi, superano momenti di tristezza.
Durante il viaggio, che diventa anche un viaggio nel passato di Dora, il rapporto tra l’ex maestra e il bambino, inizialmente venato di diffidenza e di paura, acquista intensità e dà coraggio a entrambi, rivelando sfumature inaspettate di tenerezza. Orso d’oro a Berlino.

6- Una storia vera (The Straight Story), David Lynch, 1999 

Il film, basato su un fatto realmente accaduto, racconta la storia di Alvin Straight, un contadino dell’Iowa che nel 1994, a 73 anni di età, intraprende un lungo viaggio per andare a trovare il fratello, reduce da un infarto, con cui aveva litigato anni prima. Da solo, senza patente, in sella a una motofalciatrice, Straight coprì in 6 settimane la distanza di 240 miglia (386 chilometri circa), viaggiando a 5 miglia all’ora (8 km/h).
Una storia vera è una meditazione sulla morte, sulla memoria, il passato e la famiglia, ma anche un film sul paesaggio, la frontiera, l’America più bella e più umana, popolata da personaggi incredibilmente pudichi e calorosi.

7- No Man’s land, Danis Tanovic 2001

Nel 1993, durante la guerra di Bosnia, due soldati, uno bosniaco e l’altro serbo, si trovano isolati tra le due linee nemiche, nella cosiddetta “terra di nessuno”. La trincea non si trova né in territorio serbo, né in territorio bosniaco. Intervengono allora le truppe ONU, ma la situazione non si sblocca e i media trasformano la vicenda in uno spettacolo mediatico internazionale.
Un film sull’assurdità dei confini come occasione di conflitto e della guerra in generale. Così Danis Tanovic, regista e sceneggiatore del film: “La lingua parlata dai Serbi, dai Croati e dai Bosniaci è di fatto la stessa. Oggi i Serbi la chiamano serbo, i Bosniaci bosniaco e i Croati croato. Ma quando parlano si capiscono perfettamente tra loro“.

8- Up, Pete Docter, 2009

Il 78enne Carl Fredricksen decide di mantenere la promessa fatta alla moglie quando erano bambini e di realizzare il desiderio di una vita. Aggancia quindi migliaia di palloncini alla sua casa e vola via per raggiungere le zone selvagge del Sudamerica. Tuttavia, una volta raggiunta l’alta quota si renderà conto di avere a bordo un clandestino, Russell, difficile da sbarcare, mentre imprevisti di ogni sorta renderanno sempre più difficile raggiungere la meta.
Up è un’avventura comica nello spirito di Jules Verne, ma è anche un film sull’elaborazione del lutto e sulla speranza, che è sempre in agguato. Carl, che non ha mai potuto avere un figlio, imparerà a prendersi cura del piccolo Russell.

9 – American life, Sam Mendes, 2009 

Il titolo originale del film è Away We Go, nel nostro paese è stato cambiato in American Life, per ricordarci – grazie, distributori italiani – che il regista vinse un Oscar con American Beauty. È la storia di due trentenni, che di fronte al prossimo arrivo, non programmato, del loro primo figlio, intraprendono un viaggio alla ricerca del posto ideale in cui mettere radici. Incontrano amici e parenti con varie idee e molti consigli su come dev’essere una famiglia ma alla fine capiranno di non aver bisogno di teorie e modelli elaborati da altri, ma scopriranno che la risposta è, semplicemente, vivere.

10- Almanya. La mia famiglia va in Germania, Yasemin Samdereli, 2011

La famiglia Ylmaz, di origine turche, vive in Germania da quando il nonno Hüseyin è immigrato alla fine degli anni ‘60 come “lavoratore ospite” ed è giunta ormai alla terza generazione. Una sera, durante una riunione di famiglia, Hüseyin annuncia a sorpresa di aver acquistato una casa in Turchia e di aver organizzato un viaggio per andare a risistemarla, tutti insieme. Nonostante l’iniziale sconcerto, la famiglia accetta la proposta di partire, affrontando un viaggio pieno di ricordi, discussioni e riconciliazioni.
La storica frase di Max Frisch che chiude il film («Chiedevamo dei lavoratori e sono arrivate delle persone») fu scritta nel 1965 per un film sugli italiani in Svizzera.

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