Storie da copertina #3: 12 luoghi che conoscete senza esserci stati

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Street View ha reso banali vie e palazzi immortalati nelle copertine dei dischi? Tutto il contrario.

 

Le copertine dei dischi si nutrono senza dubbio della suggestione che trasmettono le immagini di luoghi reali. Ma certi dischi possono trasformare strade ordinarie e palazzi normalissimi in vere e proprie mete di pellegrinaggio.

Una volta sul posto il fan scopre, ad esempio, che le strisce pedonali di fronte agli studi di Abbey Road, in assenza di John, Paul, George e Ringo, sono a tutti gli effetti delle strisce pedonali. Cosa che oggi si può verificare in un attimo con Street View, senza andare fin là. Se tutto si riducesse a questo – la possibilità di rendersi rapidamente conto che le strisce sono strisce e nulla più – in pochi istanti l’aura di mito svanirebbe. Invece, Street View o no, quello che questi luoghi iconici trasmettono attraverso la loro normalità è la capacità delle band – insieme a fotografi e art director – di raccontare una storia e di incidere nell’immaginario comune attraverso delle scelte visive. E allora, vai di foto mentre si attraversa la strada.

La mappa dei luoghi cari agli appassionati di musica rock conduce inevitabilmente negli Stati Uniti, in particolare a New York, ma anche Londra si difende molto bene. Abbiamo inserito una tappa anche in Russia e in Francia, senza dimenticare l’Italia.

Come sempre abbiamo preparato anche una playlist, naturalmente scegliendo un brano da ognuno degli album segnalati.

 

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Heddon Street, Londra: David Bowie – The Rise And Fall Of Ziggy Stardust (1972)
La foto sulla copertina di uno degli album più noti di David Bowie è stata scattata a Londra da Brian Ward in bianco e nero e poi colorata dal grafico Terry Pastor. Ci troviamo vicino allo studio del fotografo, al numero 23 di Heddon Street. Oggi sia l’insegna K.West – che apparteneva a una società di distribuzione di pellicce – che la cabina telefonica che compare sul retro di copertina non ci sono più, ma la via continua ad essere una meta molto popolare per i fan di Bowie.
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Angolo tra Ludlow Strett e Rivington Street, New York: Beastie Boys – Paul’s Boutique (1989)
La scatto di Jeremy Shatan ritrae l’incrocio tra due vie nel Lower East Side, non lontano da Christie Street, dove i componenti della formazione hip hop newyorkese si trovavano a provare all’inizio della loro carriera. Paul’s Boutique è un negozio fittizio, all’epoca in quella posizione si trovava Lee’s Sportswear mentre oggi c’è un sandwich shop. Accanto, per celebrare quel disco e questo scatto, è stato realizzato un murales dedicato alla band.
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96 and 98 St. Mark’s Place, New York: Led Zeppelin – Physical Graffiti (1975)
Il designer Peter Corriston ha girato New York per settimane alla ricerca del palazzo giusto per la copertina del sesto album della band inglese. E quello ai numeri 96-98 di St. Mark’s Street nell’East Village era perfetto per mettere in scena inquilini affacciati che entravano e uscivano. La prima edizione dell’album aveva infatti dei fori in corrispondenza delle finestre e inserendo i fogli forniti col disco comparivano personaggi noti, quadri e componenti della band. Lo stesso palazzo compare anche nel video dei Rolling Stones di Waiting on a Friend.
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Battersea Power Station
: Pink Floyd – Animals (1977)
La copertina del decimo album dei Pink Floyd ritrae una vera e propria star, la Battersea Power Station. La centrale elettrica londinese, che si trova sulle sponde del Tamigi, era già comparsa infatti nel film dei Beatles Help! e all’interno dell’album degli Who Quadrophenia. Tra le due ciminiere sulla sinistra si libra in volo Algie, un enorme maiale volante che è un riferimento alle canzoni Pigs on the Wing I e II, che aprono e chiudono l’album. Durante gli scatti per la copertina il cavo che assicurava il maiale si spezzo e Algie vagò per i cieli di Londra creando anche una certa preoccupazione per le possibili conseguenze sulla sicurezza aerea. Algie fu poi recuperato in una fattoria e, rimesso a nuovo per le foto, divenne uno dei simboli dei Pink Floyd.
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Jardin du Luxembourg, Parigi: Tame Impala – Lonerism (2012)
L’australiano Kevin Parker, oltre ad essere il leader indiscusso della formazione psych rock Tame Impala, è anche l’autore di questo scatto che racconta una meravigliosa giornata nel grande e affollato parco pubblico parigino. Sole e relax all’interno dei giardini, ma la recinzione in primo piano evoca il tema del disco, l’isolamento. Prima di finire sulla cover del disco, la foto di Kevin Parker è stata affidata alle cure del graphic designer Leif Podhajsky.
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Marina City Towers, Chicago: Wilco – Yankee Hotel Foxtrot (2002)
Se i Tame Impala hanno scelto Parigi la band alternative country dimostra invece di voler bene alla propria città. Sulla copertina del loro album di maggior successo ecco le suggestive Marina City Towers, progettate a fine anni ’50 da Bertrand Goldberg, che si affacciano sul Chicago River.
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Solutions Audio Visual Repair, 4334 W. Sunset Boulevard, Los Angeles
: Elliott Smith – Figure 8 (2000)
Il murales davanti al quale Elliott Smith è ritratto per la copertina di Figure 8 esiste veramente a Los Angeles. Nel 2003, dopo la sua morte, la parete è diventata il luogo in cui i fan ricordano il cantautore indie folk statunitense con messaggi personali e citazioni dei testi delle sue canzoni. Viene anche regolarmente ricoperto da altri disegni ma anche altrettanto regolarmente “restaurato” dai fan. Lo scatto per la copertina è di Autumn de Wilde.
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Russia: Beirut – Gulag Orkestar (2006)
Qui il luogo dello scatto è un po’ difficile da circoscrivere, ma siamo in Russia. Zach Condon, il musicista statunitense titolare del progetto ispirato al folk balcanico, ha trovato l’immagine finita poi sulla copertina di Gulag Orkestar all’interno di un libro nella biblioteca di Lipsia e ne è rimasto così colpito da strappare la pagina e portarsela via. L’autore dello scatto, datato 1953, si è poi scoperto essere il fotografo e filosofo russo Sergey Chilikov.

 

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Porto di Manfredonia: Lucio Dalla – 4/3/1943 / Il fiume e la città (1971)
Invece della Romagna, come ci si aspetterebbe da un bolognese, la meta delle vacanze estive da bambino di Lucio Dalla per molti anni è stata Manfredonia, città a cui si è sempre dichiarato molto legato. «Mi sento profondamente manfredoniano» disse in occasione della sua ultima visita. Dopo la morte, la città gli ha intitolato il teatro.
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Collage: Ligabue – Giro d’Italia (2003)
Vincitore del Premio Ciampi come miglior album del 2003, Giro d’Italia è un doppio dal vivo che raccoglie versioni semi-acustiche di buona parte del repertorio di Luciano Ligabue proposte nel corso di un tour teatrale a cui ha partecipato anche Mauro Pagani. La copertina è un riuscito collage che inganna l’occhio, realizzato da uno dei grafici e fotografi più apprezzati dall’industria musicale italiana, Paolo De Francesco. In un primo momento sembra di trovarsi davanti a un teatro ma allora perché dai palchi spuntano antenne paraboliche e panni stesi? E poi il portone, i bambini che giocano a calcio, la signora col cane. De Francesco ha unito scatti realizzati in luoghi e tempi diversi per spiazzare chi sulla copertina di un disco dal vivo si aspetta il solito cliché.

 

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Basilica dei Santi Medici, Bitonto: CCCP – Ecco i miei gioielli (1992)
L’autore dello scatto sulla copertina della raccolta della band emiliana – che ritrae un tag di Giuseppe Tarantino e sullo sfondo la Basilica dei Santi Medici – è stato per molto tempo misterioso. Nel 2014 però Massimo Zamboni, che dei CCCP è stato chitarrista, ha svelato in un’intervista che la foto è di Luigi Ghirri, che la regalò alla band.
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Piazza Maggiore, Bologna: Francesco Guccini – Fra la via Emilia e il West (1984)
Doppio disco live e dodicesimo album della carriera per Francesco Guccini. Il titolo è tratto da un verso del brano Piccola città. «La via Emilia tagliava Modena in due – spiega Guccini in un testo all’interno del disco – la strada dove abitavo, da una parte, si incrociava con essa. Dall’altra parte c’erano già gli ampi campi della periferia. Erano un po’ il nostro “West” domestico: bastava fare due passi, o attraversare una strada, e c’erano già indiani e cow-boys, cavalli e frecce; c’era, insomma, l’Avventura, tradotta in “padano” dai film e dai fumetti (…)». Le canzoni presenti dell’album sono state registrate dal vivo al Kiwi di Piumazzo (MO), in Piazza Maggiore a Bologna, al Parco della Pellerina di Torino e al Teatro Tenda di Lampugnano a Milano.
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2 Commenti
  • gaetano maserati
    Pubblicato alle 19:52h, 24 Febbraio

    Chi c’era in piazza Maggiore per Fra la via Emilia e il West nell’ 1984?

  • Giacomo
    Pubblicato alle 14:05h, 03 Marzo

    Se andata a vedere su google street view la fotografia del posto della copertina di CCCP, troverete gli alberi che sono cresciuti!