La parola ai volontari

Per il sesto anno consecutivo Fotografia Europea ha lanciato una call rivolta a chi aveva il desiderio di mettersi in gioco e aiutare nella buona riuscita della manifestazione. Quest’anno il gruppo ha potuto vantare più di 40 volontari provenienti non solo da Reggio Emilia (c’è chi viene da Trento, chi da Torino). Parlando e confrontandoci con loro si percepisce che le motivazioni per cui si sceglie di vivere un’esperienza del genere sono molteplici: c’è chi è appassionato di arte e fotografia, chi ha voglia di offrire un servizio alla propria città, chi lo ha fatto per noia e chi per conoscere nuove persone. Ed è proprio in questo variegato contesto che ha preso vita l’Associazione MOCA, un’organizzazione culturale nata grazie alla volontà di alcuni volontari di Fotografia Europea 2015.

Ma che cos’è MOCA?

Sono proprio i ragazzi dell’associazione che ci hanno raccontato di più…

MOCA è un movimento che vuole valorizzare il proprio territorio così vario e meraviglioso e si pone come obiettivo l'organizzazione di progetti ad alto valore sociale e culturale, ma anche tanto altro. MOCA sono 4 lettere, come quelle della parola Daje che ha unito dialetti, modi, provenienze, passioni di ognuno di noi. 4 lettere che nel nostro logo sono inscritte in 4 quadrilateri, proprio come quelli di Fotografia Europea che ci ha fatto conoscere

L’esperienza dei ragazzi di MOCA

I Mochi sono profondamente legati a Fotografia Europea, teatro e motore del loro progetto. I loro ricordi legati al festival sono tantissimi.

i momenti di tensione ma anche di curiosità degli incontri iniziali in cui, ignari degli altri e di tutto ciò che ci aspettava, muovevamo i primi passi all’interno delle sedi di FE ancora piene di pennelli, scale e guanti; le biografie dei fotografi ormai incise nella memoria e ripetute all’infinito; gli scontrini delle pizze da recapitare nelle sedi di cui non si conosceva mai il numero civico, le chiacchierate che accorciavano il tempo; i progetti infiniti; le biciclettate all'alba e i tappi di vino condiviso dopo i turni di guardiania

L’esperienza di Davide

Anno dopo anno la famiglia dei volontari si arricchisce di persone che decidono di prendere parte attiva a Fotografia Europea. Davide, uno dei nuovi volontari di quest’anno, ci ha raccontato la sua esperienza.

Durante gli scorsi anni ho preso parte al festival da visitatore, e ho sempre guardato con ammirazione e rispetto i ragazzi che nel corso delle edizioni passate si sono adoperati affinché la manifestazione avesse una buona riuscita. Unire le forze per ottenere dei risultati soddisfacenti. E’ stato questo uno dei motivi per cui ho pensato che valesse la pena indossare i panni del volontario.
Fare il volontario per Fotografia Europea è stata un’esperienza preziosa: ho conosciuto, tra i compagni e il resto del personale, gente di tutte le età:ho apprezzato tanto gli sforzi di chi, da fuori sede, nel corso delle settimane ha macinato chilometri per essere presente e dare un contributo attivo al festival. Inoltre insieme agli altri ragazzi ho potuto accompagnare i visitatori nel percorso di mostra; una nuova esperienza che mi ha permesso di arricchirmi sia culturalmente che anche a livello umano. Ricevere l’attenzione, la riconoscenza e la gratitudine da parte dei visitatori è stato appagante tanto quanto vedere consolidato il gioco di squadra con gli altri volontari

L’occasione per incontrare i volontari di Fotografia Europea e tutti coloro che hanno sostenuto con impegno e passione il Festival sarà l’appuntamento con le improvvisazioni musicali in sede di mostra, un evento in collaborazione con l’associazione MOCA, che si terrà domenica 3 luglio ai Chiostri di San Pietro a partire dalle ore 18. Vi aspettiamo!

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