10 anni di FE. Siamo stati qui #5: la chiesa di San Giorgio

Fin dalla sua prima edizione Fotografia Europea va alla scoperta dei luoghi più suggestivi della città, alcuni sconosciuti anche agli stessi cittadini. L’obiettivo è di valorizzare lo spazio urbano e il patrimonio storico-architettonico attraverso l’apertura straordinaria di edifici riqualificati e di spazi solitamente inaccessibili, con progetti di mostra e allestimenti site specific.

Le Mostre
Nel 2007 Fotografia Europea ha come tema le città/l’Europa. I due maestri Bernard Plossu e Pentti Sammallahti sono stati  scelti per la loro posizione di trapasso tra fotografi come Henri Cartier-Bresson e Robert Frank, che nel secondo dopoguerra hanno realizzato progetti dedicati all’Europa degli abitanti, e una nuova generazione, che deve ripensare agli stessi temi in forma nuova.

European cities-movie di Bernard Plossu (Dalat, Vietnam, 1945) presenta una selezione di fotografie del periodo 1970-2006, che hanno come filo conduttore il movimento: le onde, le soste, i veicoli, la gente, ammassata, riunita o isolata, da cui emergono apparizioni in controluce o ritratti fugaci di passanti.
L’uso del “mosso” resta una tecnica che caratterizza l’intera opera di Plossu. Il corpus più sostanzioso del suo lavoro è costituito da reportage di viaggio.

Pentti Sammallahti (Helsinki, 1950), esponente di spicco della contemporanea fotografia finlandese, presenta una raccolta di immagini sulla sua città natale.
Privilegia i paesaggi ampi e abbandonati, spesso invernali e notturni, prestando particolare attenzione agli animali e ai loro atteggiamenti, da cui trae una poetica tutta personale.

Helsinki è il mio luogo di nascita e la città in cui vivo. Non ho mai avuto un vero e proprio progetto fotografico che la riguardasse, né ho mai pensato di dedicarle un libro o una mostra, intanto però il materiale fotografico su Helsinki cresceva disordinatamente anno dopo anno. Lo scorso anno Bo Carpelan ha scritto alcune poesie di accompagnamento alle mie immagini e così ho pubblicato la raccolta, ecco com'è andata!

Il luogo

Chiesa di San Giorgio, facciata

Chiesa di San Giorgio, facciata

La Chiesa di San Giorgio (Via Farini – Reggio Emilia), già citata in un documento del 1146, viene assegnata ai Padri Gesuiti nel 1610. Da quel momento prende il via un cantiere in continuo divenire, specchio della creatività dell’Ordine dei Gesuiti e dei mutamenti storici e sociali della città.

L’edificio ricalca le forme tipiche dell’architettura gesuitica, incentrata su un’aula unica con cappelle laterali, in modo che i fedeli potessero seguire le funzioni religiose senza intralci visivi.
Lungo i lati maggiori della navata si affacciano le cappelle secondarie, dalle ricche decorazioni in stucco che predominano, fin quasi a mascherare, le strutture architettoniche.
I dipinti sono stati rimossi e ora conservati in deposito ai Musei Civici in attesa di restauro.

Chiesa di San Giorgio, abside, cupola e campanile

Chiesa di San Giorgio, abside, cupola e campanile

Il presbiterio ospita l’altare maggiore in legno argentato, un tempo nella chiesa di San Prospero.
Nel maggio 2009 è terminato il restauro della Cappella Pernicelli, impreziosita dalla Pala d’altare rappresentante Sant’Ignazio e San Francesco Saverio in adorazione della Beata Vergine della Ghiara, eseguita nel 1640 da Alessando Tiarini.

La facciata presenta un portale in marmo sul quale si trova un altorilievo che riproduce San Giorgio che uccide il drago.

La chiesa era collegata mediante un percorso sotterraneo al convento dei Gesuiti, situato nel palazzo di fronte, dove ora ha sede la Biblioteca Panizzi.
Chiusa dopo il terremoto del 1996, è stata riaperta in occasione di FE 2007 dopo un lungo restauro. Di proprietà comunale, la chiesa è oggi adibita alle celebrazioni della comunità greco cattolica-ucraina.

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