10 anni di FE. Le produzioni #1: Gabriele Basilico

Fin dal suo inizio Fotografia Europea si caratterizza per la forte volontà di commissionare progetti fotografici originali che si confrontino con il tema dell’edizione. In questo modo il festival assume immediatamente un taglio sperimentale e di ricerca, dando la possibilità agli artisti coinvolti di confrontarsi liberamente con il tema e di restituire riflessioni e stimoli innovativi sui temi della contemporaneità.

Gabriele Basilico, Fuori Centro, Fotografia Europea 2006

Nel 2006 il fotografo è stato chiamato a lavorare sul tema di Fotografia Europea, Limite – Confine: ha realizzato una ricerca fotografica a Reggio Emilia sul paesaggio, i suoi mutamenti e le sue trasformazioni. Si è concentrato sulle periferie, evidenziandone i tratti comuni a quelli di molte altre città italiane ed europee.

L'atteggiamento di attenzione, di osservazione, di mettere in relazione luoghi diversi del mondo occidentale, riguarda non tanto un aspetto specifico, ma la globalità, riguarda la complessità di questo mondo, quindi del pensiero, e di tutto ciò che lo rappresenta. Inoltre, l'altra anima del mio modo di lavorare riguarda invece la specificità dei luoghi, ed è come se ci fosse un dialogo incessante e continuo tra il fatto che il mondo che noi conosciamo, che viviamo, si assomiglia sempre di più, e la ricerca di questa specificità. Esiste una sorta di dualismo, con il quale l'occhio del fotografo, analizzando in un modo o nell'altro, cerca di costruire uno specchio, una specularità del mondo.

Il mio rapporto con lo spazio e con l'architettura è un rapporto diviso. Come fotografo, inseguo dei percorsi, anche anonimi, in luoghi che diventano senza storia, in cui la storia è sovrapposta, in cui si perde l'identità. Questo fenomeno mi interessa molto, sul piano fisico e ambientale, quindi sociale e di identità. I macro interventi dell'architettura a cui gli ultimi venti trent'anni ci hanno abituato anche in Italia come ultimo paese in Europa, mi interessano, come architetto, ma questa situazione, sul piano della lettura, questo luogo di ibridazione, mi interessa anche come fotografo, come cittadino. Il fatto che, degli interventi decisivi, fatti con una qualità architettonica assolutamente fuori discussione, possano in un certo senso cambiare il destino del paese, perchè questo destino, fino adesso privo di interventi architettonici, è un destino che ci porta verso una situazione depressa. Quindi, da sempre, la grande architettura è stato il volano della storia che ha lasciato, nel tempo, il valore educativo dell'architettura, il valore degli elementi.

Bio

Gabriele Basilico (Milano 1944 – 2013)

Gabriele Basilico è stato uno dei più noti fotografi documentaristi europei. Le trasformazioni del paesaggio contemporaneo, la forma e l’identità delle città e delle metropoli, sono stati i suoi ambiti di ricerca privilegiati. Su questi temi ha pubblicato oltre sessanta libri personali.

Basilico ha sempre intrecciato il suo instancabile lavoro fotografico sulla morfologia e le trasformazioni della città e del paesaggio contemporaneo con attività seminariali, lezioni, conferenze, riflessioni condotte anche attraverso la parola scritta.

Le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private internazionali e il suo lavoro, pubblicato in molti volumi, è stato esposto presso musei, istituzioni e gallerie italiane ed europee.

Tra il 1978 e il 1980 realizza il suo primo progetto: Milano, ritratti di fabbriche. Nel 1983 viene invitato, unico italiano, a partecipare alla vasta campagna fotografica della D.A.T.A.R, l’importante progetto di documentazione delle trasformazioni del paesaggio contemporaneo voluto dal governo francese. Nel 1991 con un importante progetto sulla città di Beirut, devastata da una guerra civile durata quindici anni, la sua notorietà si sposta a un livello ancora più decisamente internazionale.

Negli anni ’90 riprende la ricerca sul territorio italiano e in particolare sulle trasformazioni del paesaggio urbano. Alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia del 1996 vince il premio Osella d’Oro per la fotografia di architettura contemporanea. Nel 2000 riceve il premio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica; nel 2002, nell’ambito di Photo España, si aggiudica il premio per il miglior libro fotografico dell’anno con il volume Berlin.

Nel 2007 espone, unico fotografo, alla Biennale d’Arte di Venezia. Lo stesso anno realizza una grande campagna fotografica sulla Silicon Valley su incarico del San Francisco Museum of Modern Art di San Francisco, dove espone nel 2008, pubblicando il volume Gabriele Basilico-Silicon Valley. Nel 2008 presenta una ricerca sulla trasformazione della città di Mosca vista dalle sette “Torri staliniane”, svolta in collaborazione con Umberto Zanetti, alla Cité de l’Architecture/Palais de Chaillot di Parigi. Il volume che raccoglie il lavoro si intitola Mosca verticale.

La sua ricerca va sempre più allargandosi alle grandi metropoli del mondo e nel 2010-2011 lavora su Istanbul, Shanghai, Rio de Janeiro.

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