Approfondimenti su Ghirri

Approfondimenti su Ghirri

Tra gli approfondimenti dedicati alla figura di Luigi Ghirri, pubblichiamo un estratto dal catalogo che accompagna la mostra presente nella prossima edizione di Fotografia Europea. L’estratto è parte delle riflessioni di  Thomas Demand, artista berlinese e curatore del progetto ‘La Carte d’apres Nature’ realizzato al Nouveau Musée National de Monaco: ispirandosi alla rivista effimera fondata nel 1952 da René Magritte, in cui l’artista raccoglieva poesie e disegni che poi pubblicava sotto forma di cartoline postali, oggi Demand fa lo stesso, trasformando i lavori di Tacita Dean, Luigi Ghirri e Rodney Graham in vere e proprie postcard. L’autore dialoga qui con Christy Lange, che per lo stesso progetto ha realizzato uno studio sul lavoro di Ghirri.

Christy Lange: Visto che il contesto delle immagini è così importante, come ti sei posto nei confronti del suo lavoro [ndr. di Luigi Ghirri] nella mostra collettiva La Carte d’après Nature che hai curato a Monaco nel 2010-2011, dove hai presentato, assieme ad alcuni tuoi lavori, diverse fotografie di Ghirri, alcuni dipinti di René Magritte e opere di altri quattordici artisti?

Thomas Demand: Occuparmi del suo lavoro e stato un piacere ma anche una sfida, perche hai la tentazione di mostrare un numero eccessivo di opere mentre in realtà devi fare attenzione a costruire una cornice tematica, evitando di voler dare risposte ai tuoi interrogativi e tirare le somme. Guardando le sue immagini, hai l’impressione che Ghirri voglia parlare di qualsiasi soggetto gli si presenti davanti. L’universo che crea nelle sue fotografie e una sorta di “Ghirriverso”. Fotografare era per lui un modo di osservare, di muoversi nel mondo.

Ho provato a immaginare una “conversazione impossibile” fra noi e mi sono domandato che cosa avremmo avuto in comune. Probabilmente avremmo comunicato su cose molto semplici: una di queste è la natura, il modo in cui nel suo lavoro gli esterni si trasformano da ambienti reali in icone. E un’idea molto romantica che riecheggia le concezioni del romanticismo tedesco.

Mi sono poi domandato di quale tipo di arte avremmo parlato. Osservando attentamente le sue fotografie, dopo un po’ inizi a intravedere una concezione surreale del mondo. Le immagini di Ghirri contengono spesso l’accostamento surreale di due elementi che di per se non sarebbero cosi interessanti, ma che nella loro combinazione diventano sorprendenti perche contengono la promessa di un mondo poetico al di la del mondo reale. Per questo motivo ho deciso di fare entrare in quel dialogo l’opera di Magritte.

Terzo, ho provato a immaginare il suo modo di andare in giro a fotografare. Immagino che abbia curato molto l’inquadratura. Scattava cinquanta fotografie dello stesso soggetto finche non trovava la posizione giusta. E chiaro che voleva trovare il taglio perfetto.

Christy Lange: Quindi il suo lavoro non è affatto legato all’istante decisivo.

Thomas Demand: Io credo che Ghirri perda sempre l’istante decisivo, e questo rappresenta proprio l’aspetto piu interessante, l’enigma del suo lavoro deriva proprio da questa perdita, dall’arrivare sempre un po’in ritardo. Anche quando ha l’incarico di fotografare i concerti dell’amico Lucio Dalla, le sue immagini sono sempre diverse dalle classiche fotografie di rock-and-roll con la folla sudata e cose simili. Ghirri osservava sempre con un certo distacco. Ti ricordi quando siamo andati a trovare Dalla? Appese alle pareti di casa c’erano tre o quattro fotografie di congressi del Partito comunista italiano scattate da Ghirri negli anni settanta. Il punto di vista di Ghirri appare completamente scollegato; quelle foto non vogliono descrivere rituali collettivi come in Wolfgang Tillmans o Andreas Gursky, mostrano piuttosto uno strano spettacolo dal quale l’osservatore si sente escluso. Vedi il casino la fuori ma sempre da una certa distanza. Non credo che le fotografie di Ghirri abbiano a che vedere con l’attimo decisivo quanto piuttosto con la malinconia legata alla perdita di quell’istante; credo che questo aspetto spieghi molto bene l’intero corpo del suo lavoro.

Da: Seeing Ghirri seeing. Una conversazione tra Thomas Demand e Christy Lange

In: Luigi Ghirri. Pensare per immagini. Icone Paesaggi Architetture, a cura di Francesca Fabiani, Laura Gasparini e Giuliano Sergio. Electa, Milano 2013 – Catalogo della mostra MAXXI e Comune di Reggio Emilia

 

Luigi Ghirri,  Bologna, 1973, da Kodachrome (1970-1978)

Luigi Ghirri, Bologna, 1973, da Kodachrome (1970-1978)

 

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