approfondimenti sul tema/2
Secondo appuntamento con gli approfondimenti sul tema di Fotografia Europea 2012. Attraverso interviste a curatori e artisti, ma non solo, troviamo spunti di riflessione su Vita comune, immagini per la cittadinanza, tema della prossima edizione. Qui il secondo estratto dall’intervista a Riccardo Panattoni, docente di Filosofia all’Università di Verona.
Ci sembra quindi che la partecipazione, la relazione della parte con il tutto e viceversa, sia uno degli aspetti chiave della prossima edizione di Fotografia Europea. Come pensi che questo aspetto si possa declinare nella nostra contemporaneità in cui le relazioni, amplificate dai nuovi strumenti di comunicazione, possono essere praticamente illimitate?
Quando si parla di “svolta iconica”, come cifra della nostra contemporaneità, è proprio all’insieme di questi riferimenti che ci si riferisce. La fotografia non può essere assunta come una realtà visiva riconducibile all’interno dei soli criteri comunicativi, altrimenti si smette di guardarla e ci si limita a leggerla. La sua incidenza invece è quella di imprimere un criterio fattivo e non concettuale a quello che pensiamo. Attraverso l’immagine fotografica non siamo infatti portati a teorizzare intorno alla parola “partecipazione”, quanto a vedere il taglio, la parte, che l’azione prende come evento effettivo all’interno di uno spazio condiviso.
Per questo, come affermavo nella risposta precedente, ciò che rimane essenziale è il legame costitutivo tra lo statuto dell’immagine e lo sguardo. La fotografia, infatti, non ci restituisce mai una parte in relazione al tutto, si limita a mostrare la parzialità di un taglio che si rapporta al tutto che lei stessa è. Così facendo, lascia apparire qualcosa che sorprendentemente sta insieme perché era già lì, prima che qualcuno avesse l’occasione di accorgersene e di fotografarlo.
Credo che risieda qui il motivo per cui, in un certo senso, le fotografie sono tutte quante dei ritratti, sono la ricerca dei lineamenti di un volto. È proprio questo indugiare dello sguardo sul “volto” delle fotografie a dire il fondo “comune” della partecipazione come il permanere in uno spazio condiviso.
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