Via Roma non esiste

Unica? Creativa? Via Roma!

La centralissima strada cittadina si trasforma ancora una volta grazie all’apporto di artisti, creativi, abitanti, visitatori, negozianti. La parola d’ordine del 2018 è partecipazione attiva: opere, eventi, mostre e installazioni prenderanno vita grazie al contributo di tutti.

Via Roma, come la vita, si nutre di paradossi. E da essi prende forza o, come si diceva una volta, “trae vigore”.

È una delle vie più antiche della città. Verso il centro si collega al tratto più remoto della via Emilia romana e della stessa Reggio. Al lato opposto si erge la Porta Santa Croce, unico resto delle antiche mura da cui transitò anche Garibaldi.
In mezzo a questi due estremi dai nobili trascorsi rimane una strada dritta dritta su cui si affacciano negozi e negozietti dalle caratteristiche più varie: dalle antiche e prestigiose pasticcerie alle camere del lavoro, da rinomati ristoranti a vetuste locande, a innumerevoli attività mandate avanti da persone di mezzo mondo. Perché via Roma è un quartiere, come si dice oggi, multietnico e, a suo modo, internazionale. Ecco uno dei paradossi: il più antico e il più nuovo, il più indigeno e il più allogeno.

Perché via Roma ha tanti nomi e nessuno. Via Roma è dappertutto e in nessun luogo. Via Roma è tutto e il suo contrario. Insomma: Via Roma non esiste come hanno titolato l’edizione di quest’anno gli effervescenti ideatori di queste giornate off: Ghirba Biosteria della Gabella in collaborazione con Comitato Cittadini Via Roma e Parco Santa Maria.

E allora bisognerà (ri)costruirla questa via.
Con oltre 50 fotografi tra cui Bruno Cattani, Toni Contiero, Pietro Masturzo, Carlo Bevilacqua, Francesco Faraci, Nicolò Puppo, Ilaria Crosta e Niccolò Hebel, il collettivo delle Fragili Guerriere, la collagista Francesca Belgiojoso.
Con gli eventi delle giornate inaugurali.
Con le mostre negli spazi privati e nelle gallerie.
Con gli artisti ospitati dagli abitanti.
E soprattutto con 12 mostre interattive organizzate dal comitato di cittadini, ciascuna espressione di una diversa “utopia”…

Questo è il modo migliore per compiere un’esperienza che non si esaurisca nel volgere di una serata, nel ristretto spazio di un evento, nella logica del “mordi e fuggi”, nella pratica dell’“usa e getta”… Ma che rimanga attaccata a ricordi, emozioni, gesti. E poi ritorni. E ci attraversi. E, in qualche piccolo e strano modo, ci cambi e cambi le cose, i luoghi, le genti e gli animali insieme a cui viviamo. Per il verso “giusto”, si spera.

Via Roma: sei proprio una rivoluzione!

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