Palazzo Brami: sguardi sulla mutazione contemporanea

Guardare una mostra non è solo acquisire informazioni, accrescere la propria conoscenza, ammirare degli oggetti. Ci immergiamo in un ambiente (ri)creato. Un’esperienza guidata dalle nostre abitudini culturali, ma anche da quelle di chi l’ha “preparata” per noi.

L’americano Jason Fulford, coniugando l’attività artistica a quella curatoriale, affronta consapevolmente questa densità del fenomeno estetico. Qualità necessaria per “Work in Progress”, sguardo sul celebre metodo educativo Reggio Approach. Fulford ha passato una settimana al Centro Internazionale Loris Malaguzzi documentando laboratori, attività, trasmissione di saperi e ha dato vita a un oggetto complesso: mostra e pubblicazione sperimentale. Il progetto “Work in Progress” è a cura di Studio Blanco.

Un’attitudine vigile che si ritrova anche nella ricerca di BR1, aka di un giovane artista-attivista italiano che indaga le contraddizioni tra modello capitalista e cultura mediterranea. “Golden Dark Age”, a cura di Annalisa Pellino, è un’installazione composta da quattro foto di donne celate da una coperta isotermica, la stessa usata per soccorrere i migranti naufraghi. Un’attualità che brucia: la civiltà occidentale che esalta i diritti sembra allo stesso tempo negarli. La mostra è promossa da Spazio C21.

Un altro approccio stratificato è quello del gruppo costituito da Carlo Losi, Martina Falcucci Chinca e Claudia Carpenito: elementi naturali, installazioni, allestimenti, fotografia, video, scultura… Una frammentazione espressiva che si coagula in “Selvatica”, progetto fatto di immagini, movimenti, paesaggi che creano ambiente e “fanno” luogo. Innanzitutto quello del proprio accadere.

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