Sex & Revolution! Immaginario, utopia, liberazione (1960-1977)
A cura di Pier Giorgio Carizzoni. Direzione scientifica di Pietro Adamo
Realizzazione: Associazione Culturale Dioniso
La mostra indaga la genesi delle trasformazioni nel modo di concepire e vivere la sessualità tra gli anni ’60 e ’70, attraverso oltre 300 reperti d’epoca: sequenze cinematografiche, fotografie d’autore, fumetti, rotocalchi, libri, locandine di film, brani musicali, installazioni multimediali, ambientazioni con oggetti di design, musica e molto altro.
Il percorso espositivo, suddiviso per aree tematiche, è scandito da alcuni oggetti simbolo: pillola anticoncezionale, vibratore, accumulatore orgonico, super 8, frusta, minigonna.
Dagli studi freudiani di fine Ottocento alle ricerche di Wilhelm Reich fino alle prime ricerche di sessuologia che aprirono la strada a rilevanti battaglie politiche e culturali si passa all’approfondimento del rapporto tra sesso e letteratura e ai percorsi della censura e dei processi che colpirono autori quali Lawrence, Miller e altri. I mutamenti di costume innescati da questi processi culturali – tra gli anni cinquanta e sessanta – favoriscono la creazione di prodotti cinematografici ed editoriali fortemente innovativi. In mostra le prime copertine di riviste internazionali come Playboy (le foto delle dive di Angelo Frontoni) e Penthouse, delle omologhe italiane Playmen e Le Ore.
La mostra documenta le proteste studentesche, le battaglie femministe (per la legittimazione della contraccezione e dell’aborto – in mostra foto di Paola Mattioli) e i movimenti di liberazione omosessuale che hanno animato gli anni Sessanta.
Ampio spazio inoltre agli scrittori della Beat generation e della controcultura che hanno portato nei media, nella vita quotidiana e nella coscienza collettiva i temi della liberazione del corpo, della funzione gioiosa dell’erotismo, di un più equilibrato rapporto uomo-donna, diffondendo stili di vita alternativi e vincendo la resistenza di legislatori conservatori e associazioni impegnate nella salvaguardia della moralità.
Uno degli effetti di impatto culturale è stato l’avvento di una pornografia di massa progressivamente legalizzata. La mostra evidenzia come questa affermazione abbia fatto emergere le maggiori criticità della rivoluzione sessuale e dei suoi esiti: una sessualità virata sull’occhio maschile, la persistenza delle gerarchie dei ruoli, l’accento prevalente sul consumo dei materiali proposti a scapito dell’esperienza di vita.