Joel Meyerowitz

Joel Meyerowitz: Transitions, 1962-1981

a cura di Francesco Zanot

 

La mostra presenta e approfondisce attraverso una selezione di oltre 120 fotografie il periodo iniziale della carriera di Joel Meyerowitz, dalla street-photography dei primi anni Sessanta ai monumentali scenari della costa atlantica ripresi in ogni dettaglio con una macchina di grande formato.

 

Tra i maggiori fotografi americani del dopoguerra, Meyerowitz (New York, 1938) dà avvio alla propria carriera con un gesto rivoluzionario. Quando nel 1962 scende nelle strade di New York per catturare la rapida azione della commedia umana che quotidianamente ospitano, lo fa con una pellicola a colori. A differenza di qualsiasi predecessore, Meyerowitz nasce con il colore e muove i primi passi nell’universo della fotografia con questo materiale. La dinamica della gestualità urbana e i suoi vividi cromatismi sono i suoi primi soggetti. Con queste immagini si apre la mostra, suddivisa in sei sezioni che attraversano i primi vent’anni della fervida attività del fotografo americano, individuandone i passaggi fondamentali.

 

New York e gli Stati Uniti sono i protagonisti del primo capitolo. Qui Meyerowitz va alla ricerca dell’adrenalina dell’istante irripetibile, interpretando lo spirito più puro della street-photography.

Poi viene un lungo viaggio in Europa, compiuto tra il 1966 e il 1967, cui è dedicata la seconda sezione. Inghilterra, Francia, Spagna, Italia, sono alcune delle nazioni che attraversa, investigando contemporaneamente i comportamenti della gente del posto e la propria reazione a tutto questo.

La terza sezione è il campo di un’ulteriore trasformazione. Nei primi anni Settanta, Meyerowitz diminuisce l’incidenza dell’azione nelle sue fotografie e si concentra sul colore. Come nella pittura astratta (color field painting) i soggetti divengono puri supporti dei cromatismi più disparati. È un periodo di studio e sperimentazione, cui fa seguito il decisivo passaggio al grande formato fotografico documentato nella quarta sezione della mostra.

Protagonista della quinta e della sesta sezione è Cape Cod. Sottile lingua di terra che si getta nell’Oceano Atlantico, è lo scenario di una serie di paesaggi e ritratti realizzati a partire dal 1976. A conquistare Meyerowitz è innanzitutto la luce limpida e cristallina di questo territorio, che prima di lui aveva rapito grandi artisti come Mark Rothko, Milton Avery ed Edward Hopper, riverberando sulla superficie delle loro tele.

Joel Meyerowitz (New York City – Bronx, 1938) dopo aver studiato arte e illustrazione medica ha lavorato nel settore pubblicitario fino ai primi anni ’60. Nel 1962, incontrò Robert Frank e osservando il suo lavoro scoprì che la fotografia poteva essere realizzata mentre sia il fotografo che il soggetto erano in movimento. Dopo questa scoperta lasciò immediatamente il suo lavoro, prese una macchina fotografica in prestito e scese nelle strade di New York.  Da allora non le ha più lasciate.

Meyerowitz è uno dei grandi maestri della street photography come Henri Cartier-Bresson e Robert Frank, ma ha trasformato il mezzo fotografico con il suo pionieristico utilizzo del colore ed è diventato fondamentale favorire il cambiamento di attitudine verso la fotografia a colori dall’iniziale resistenza alla quasi universale accettazione.

La sua energia inesauribile e l’approccio aperto ha prodotto un lavori molto variegato tra cui: Photographs From a Moving Car (mostra personale al MoMA nel 1968), Still Going: America During Vietnam (progetto finale della borsa di studio al Gugghenaim), fotografia di grandi formati, 8×10 che sono stati riportati in molti libri. Questi lavori hanno a che fare con diversi soggetti come: la luce, il ritratto, il paesaggio, le città, e la storia. Tutto chiaramente lontano dalla street photography, ma l’occhio e le idee di Meyerowitz rimangono le stesse.

Il lavoro di Meyewrowitz è apparso in più di 350 mostre in musei e gallerie in tutto il mondo.
A seguito degli attentati dell’11 settembre 2001, fu l’unico fotografo ad aver accesso ai luoghi della strage. Gli scatti realizzati sono stati presentati alla Biennale di Venezia di Architettura del 2002 nel padiglione americano. Le sue opere sono nelle collezioni del New York Museum of Modern Art, del Boston Museum of Fine Arts, dell’Art Istitute of Chicago e di molti altri musei internazionali.

SABATO 21 APRILE
Piazza Martiri del 7 luglio ore 12:00
Joel Meyerowitz. Transitions, 1962 – 1981
Joel Meyerowitz dialoga con Francesco Zanot

 

SABATO 21 APRILE
Palazzo da Mosto ore 16:00
Joel Meyerowitz: Transitions, 1962 – 1981
Visita guidata
con Joel Meyerowtiz e Francesco Zanot

Si ringrazia la Fondazione Manodori per aver gentilmente messo a disposizione Palazzo da Mosto.

Leggi qui la storia del palazzo

Sede

Palazzo da Mosto
via Mari, 7
42121 Reggio Emilia

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Orari

giornate inaugurali
20 aprile › 19-23
21 aprile › 10-23
22 aprile › 10-20
dal 25 aprile al 17 giugno
venerdì, sabato, domenica › 10-20
Aperture straordinarie
25, 26, 30 aprile e 1 maggio › 10-20

Categoria
Palazzo da Mosto