Letture Portfolio 2025: le vincitrici

Durante le giornate inaugurali del festival curatrici e curatori, photo editor, esperte ed esperti del settore hanno visionato il portfolio di fotografe e fotografi, giovani o professionisti, per dispensare consigli e suggerimenti. Tra tutti i partecipanti la giuria, composta da tutti i lettori presenti, ha selezionato due progetti, che si aggiudicano ex aequo la pubblicazione su Il Fotografo.

 

The things you said di Amina Stella Steiner

 

 

Uso materiali semitrasparenti per creare una connessione visiva ed emotiva tra le parole e i ritratti. Lo strato trasparente con le parole simboleggia l’impatto di queste parole, ma per vedere appieno la persona bisogna sollevarlo, separando le parole dal ritratto. Questo atto è intenzionale; si tratta della nostra scelta di andare oltre le etichette e le definizioni che gli altri danno di noi. Invita l’osservatore a impegnarsi attivamente con il ritratto, a sollevare le parole e a vedere la persona per quello che è, al di là delle frasi.
Naturalmente, poiché questo progetto è stato girato nella casa di ciascun soggetto, tessuti come tende e lenzuola sono il connettore visivo di tutta la serie.
Da un lato, spero che questo progetto raggiunga coloro che sono stati colpiti dalle parole degli altri, incoraggiandoli a recuperare la loro forza e la loro voce. Dall’altro, condividendo queste storie personali, mi propongo di promuovere l’empatia e la consapevolezza. Se il lavoro spinge gli spettatori a riflettere sulle proprie esperienze, a discuterne con gli amici, a ricordare le frasi che li hanno formati – o anche a considerare le parole che hanno detto agli altri – allora il progetto ha raggiunto il suo scopo. Si tratta di connessione, vulnerabilità e dialogo.
www.aminastellasteiner.com/the-things-you-said/

 

 La fortezza di Federica Torrenti

 

 

Abbiamo sempre trattato la coscienza come una fortezza, rinchiusa nella scatola cranica, generata da qualche speciale e sconosciuto circuito di neuroni, intoccabile e inespugnabile.
Questo progetto è un tentativo di forzare le porte del castello ed entrare creando una immagine riconducibile al concetto di coscienza.
Vorrei utilizzare l’immagine come strumento di produzione di nuovi significati, che emergono da una catena di analogie. Avvicinando immagini appartenenti al mondo naturale ad immagini
anatomiche, per esempio, si svela qualcosa che va oltre la semplice similitudine, qualcosa di più della somma delle parti. Questo processo è qualcosa di simile all’emergere della coscienza. La
realtà naturale una volta coscienti, ci svela una simmetria che si fa per noi espressione di un originario rapporto con il mondo. Dalla staticità della fortezza, l’immagine della coscienza diventa
una volta celeste in movimento, una serie di fili che si si seguono a formare un cerchio.

 


 

The things you said by Amina Stella Steiner

 

I use semi-transparent materials to create a visual and emotional connection between the words and the portraits. The transparent layer with words symbolizes the impact these words have had, but to fully see the person, you have to lift it, separating the words from the portrait. This act is intentional; it’s about our choice to move beyond the labels and definitions others place on us. It invites the viewer to actively engage with the portrait – to lift the words and see the person for who they are, beyond the phrases.
Naturally, as this project was shot in each subject’s home,fabrics like curtains and bedsheets became a visualconnector throughout the series and therefore will play acentral role in the exhibition concept.
On one hand, I hope this project reaches those who havebeen affected by the words of others — encouraging them toreclaim their strength and their voice. On the other, bysharing these personal stories, I aim to foster empathy andspark awareness. If the work prompts viewers to reflect ontheir own experiences, to discuss it with friends, torecall phrases that have shaped them — or even consider thewords they’ve spoken to others — then the project hasachieved its purpose.At its core, this is about more than photography. It’sabout connection, vulnerability, and dialogue. 

 

La fortezza by Federica Torrenti

 

We have always treated consciousness as a fortress, locked up in the brain box, generated by some special and unknown circuit of neurons, untouchable and impregnable. This project is an attempt to force open the castle doors and enter by creating an image that can be traced back to the concept of consciousness.
I would like to use the image as a tool to produce new meanings, which emerge from a chain of analogies. Approaching images belonging to the natural world to images anatomy, for example, something is revealed that goes beyond the simple similarity, something more than the sum of the parts. This process is something akin to the emergence of consciousness. The natural reality once we are conscious, reveals to us a symmetry that becomes an expression of an original relationship with the world. From the static nature of the fortress, the image of consciousness becomes
a celestial vault in motion, a series of threads that follow each other to form a circle.

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