Storie da copertina #4: le foto censurate
La censura scandalizza, la censura intriga, a volte fa sorridere ma ci dice anche qualcosa della società in cui viviamo. La storia della musica rock è piena di episodi, alcuni famosissimi, di copertine incappate in qualche forma di restrizione che ha cercato di limitare la diffusione di un’immagine.
Corpi nudi, tabù, scene considerate violente, blasfeme o semplici questioni di copyright. Nelle gallery a seguire abbiamo raccolto alcuni casi di fotografie che sono state poi modificate o sostituite per permettere al disco di essere distribuito nei negozi.
Le abbiamo suddivise in base alla motivazione che ha scatenato la censura, con una sezione dedicata alle modifiche subite da alcune copertine nei paesi del Medio Oriente. E se pensate che questi problemi siano un ricordo del passato, date un’occhiata alla gallery Nuovo millennio.
Corpi nudi e altri tabù
Quando si dice censura si pensa all’intervento di istituzioni vecchie e incapaci di interpretare la realtà. O si immagina l’artista alle prese con le visioni conservatrici dell’etichetta discografica. In realtà le forze che provocano l’oscuramento di certe immagini sono soprattutto altre. E non sempre gli artisti hanno sostenuto le scelte più provocatorie di creativi e fotografi. Lo scandalo è negli occhi di chi guarda, si potrebbe dire. O di chi gestisce una catena distributiva.

Questo album sperimentale di John Lennon e Yoko Ono suscitò un certo scandalo e fu venduto all’interno di un contenitore di cartone che copriva i corpi nudi dei due. I problemi però, secondo Lennon, non nacquerò per il nudo in sé, ma perché la foto ritraeva «due ex tossici leggermente sovrappeso».

Il disco venne vietato in alcuni negozi degli Stati Uniti e ristampato poi con una copertina molto più innocua. La cosa stupì il cantante della band tedesca, Klaus Meine: «È strano che in America cover come questa siano un problema. Quando negli anni ’80 siamo andati in tour tra il pubblico c’era regolarmente chi ci mostrava le tette. Non accadeva da nessuna parte, solo là».

Nel 1991 alcune catene di supermercati americani hanno ritenuto di posizionare un adesivo su questa immagine. Vent’anni dopo, è stato Facebook a bloccare - per poi fare retromarcia - il caricamento della foto sulla pagina ufficiale dei Nirvana.

La copertina che suscitò la reazione di diversi negozi di dischi che la definirono “pornografica” è quella dell’uscita britannica dell’album in cui diciannove donne nude, fotografate da David Montgomery, posano su uno sfondo nero. Per le ristampe successive venne quindi utilizzata la versione americana, quella con l’immagine sfocata di Hendrix. Il chitarrista - che prese le distanze dalla cover dell’edizione britannica - in realtà avrebbe voluto una copertina ancora diversa.

I quattro componenti della formazione folk statunitense per l’album d’esordio si sono fatti fotografare dentro una vasca da bagno ma accanto - come è normale che sia - c’era un water. Due anni dopo lo stesso problema colpirà anche i Rolling Stones.

Una delle copertine rock più famose in assoluto. Ideata da Andy Warhol, con le foto di Billy Name e la grafica di Craig Braun, la cover è stata vietata in Spagna dove è stata sostuita da un’immagine piuttosto inquietante.

La copertina del quinto album della band britannica è un collage di diverse fotografie scattate a due bambini, i fratelli Stefan e Samantha Gates, da Aubrey Powell dello studio Hipgnosis tra le rocce del Selciato del gigante in Irlanda del Nord nell’arco di ben dieci giorni. Nome della band e titolo del disco non sono indicati sulla copertina e, nonostante queste informazioni siano state aggiunte attraverso fascette che coprivano le parti intime dei bambini, per molti anni Houses of the Holy è stato vietato in alcune zone del Sud degli Stati Uniti.

La citazione è di tutto rispetto, la Colazione sull'erba di Edouard Manet. La foto ritrae i componenti della band new wave inglese ma la cantante Annabella Lwin all’epoca aveva 14 anni e un’indagine di Scotland Yard bloccò l’utilizzo della copertina nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

La foto di Eric Boman, che ritrae le modelle Constanze Karoli ed Eveline Grunwald, venne censurata negli Stati Uniti, in Spagna e nei Paesi Bassi. Una successiva uscita americana dell’album utilizza lo stesso scatto ma taglia fuori completamente le due ragazze, mostrando solamente gli alberi sullo sfondo. “La più completa operazione di occultamento della storia del rock” l’ha definita l’autore, Michael Ochs.

In questo caso fu la casa discografica degli Stones, la Decca, a rifiutare l’artwork, basato sulla foto di Michael Joseph. Come era già accaduto a The Mamas & The Papas, il problema è il water. Lo scontro tra la band e l’etichetta fece slittare di mesi l’uscita dell’album che, fino al 1984, è stato accompagnato dalla copertina sulla destra.
Violenza, blasfemia e ratti
Anche se meno frequentemente dei nudi, violenza e blasfemia si sono ritagliate il loro spazio tra le cause che hanno portato alla censura. Senza dimenticare i ratti.

La raffinata formazione pop britannica scelse due immagini del fotografo ceco Jan Saudek ma la catena Woolworths rifiutò di mettere in vendita l’album per timore che inducesse qualche giovane e impressionabile fan a imitare i due soggetti. Venne quindi realizzata una copertina alternativa, decisamente esilarante.

Crocifisso e senza la mascella. Un’immagine disturbante che prevedibilmente suscitò proteste. Alcuni negozi si rifiutarono di mettere in vendita l’album con la copertina originale e venne fornita una cover alternativa. Un pastore di Memphis minacciò di fare lo sciopero della fame nel caso il disco non fosse stato ritirato.

I Beatles erano stanchi delle solite foto da Beatles e si concedettero volentieri alla sessione in studio col fotografo Robert Whitaker vestiti da macellai e circondati da pezzi di carne e bambole decapitate. Lennon e McCartney erano favorevoli all’uso di questa immagine per la copertina, da leggere anche come critica alla guerra in Vietnam, mentre George Harrison disse che si era trattato di una scelta ingenua e stupida. Negli Stati Uniti la Capitol stampò 750.000 copie, che dovette poi ritirare a causa delle proteste di disc jockey, giornalisti e rivenditori.

Nella foto di Storm Thorgerson il fuoco su uno dei due uomini d’affari è reale. Per lo scatto vennero impiegati due stuntmen, uno dei quali si bruciò i baffi a causa del vento contrario. La copertina, che nelle intenzioni della band doveva rappresentare la difficoltà di esprimere i sentimenti per il timore di restare “scottati”, venne giudicata troppo violenta da diversi negozi di dischi e racchiusa all’interno di una busta.

La canzone che dà il titolo all’album, il secondo di Michael Jackson, venne utilizzata nella colonna sonora dell’omonimo horror movie che ha come protagonista un ratto. La copertina originale riprende la locandina del film ma venne giudicata troppo inquietante per il giovane pubblico di Michael.
Privacy e copyright
Non tutti sono felici che una propria foto sia utilizzata per la copertina di un album. Qualcuno però lo diventa dopo un indennizzo economico. Occhio anche a come scrivete “U2”.

La band sperimentale californiana Negativland pubblicò un EP con due brani, entrambi parodie di I Still Haven't Found What I'm Looking For degli U2. Secondo gli avvocati della Island Records l’immagine di copertina induceva a ritenere che si trattasse di un disco della band irlandese e denunciarono la band statunitense anche per uso non autorizzato di sample.

La band di Frank Zappa per la copertina del terzo album voleva utilizzare un collage che parodiava quella di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band. Per avere il via libera Zappa chiamò McCartney che rispose che quella era materia per il management. Sono gli artisti che devono dire ai manager cosa fare, ribattè il chitarrista statunitense. Ma l’etichetta dei Beatles si oppose e alla fine We're Only in It for the Money uscì utilizzando in copertina una foto che avrebbe dovuto stare all’interno.

La figlia porta a casa una copia del secondo album della band indie rock statunitense. Ann Kirsten Kennis scopre così che per la copertina è stata usata, a sua insaputa, una foto che la ritrae. La donna fa causa ai Vampire Weekend per 2 milioni di dollari e apre un controversia che si chiude un anno dopo dietro pagamento di una somma rimasta sconosciuta.
Medio Oriente
Il blog Capotei, ripreso anche da Repubblica, ha pubblicato alcune versioni delle copertine di album usciti in Occidente e adattati, grazie a Photoshop, alla sensibilità di alcuni paesi del Medio Oriente. Madonna, Lady Gaga, Kylie Minogue, Katy Perry: gli interventi riguardano per lo più corpi femminili, ma guardate cosa è successo al bambino di Nevermind.
Nuovo millennio
Nel nuovo millennio accadono le stesse cose del vecchio millennio. E quello che Liam Gallagher ritiene inoffensivo spaventa ancora qualcuno.

Lo scatto di Harry Peccinotti non piacque ai supermercati inglesi, che per mettere in vendita il secondo album della band di Liam Gallagher pretesero che il capezzolo della modella fosse coperto. L’ex Oasis reagì così: «Non è porno, giusto? È un classico. Un classico capezzolo».

Ancora loro, i supermarket. Questa volta non approvano la copertina che ritrae la titolare del progetto Bat For Lashes, Natasha Khan, e chiedono che un adesivo copra alcune parti della foto.

Lo scatto che è stato utilizzato in Europa e Australia ritrae la fidanzata del fotografo Colin Lane. Ma per evitare problemi con alcuni distributori negli Stati Uniti la band guidata da Julian Casablancas decise di utilizzare come copertina l’immagine ingrandita di particelle subatomiche.

Non c’è bisogno di spiegare per quale motivo, in alcuni contesti, la foto di copertina, che ritrae la modella e musicista synth pop statunitense sotto la doccia, venne tagliata. Lo scatto è di Gaspar Noé e fu la stessa Sky Ferreira ad insistere per usare quell’immagine, perché più di altre rappresentava l'essenza del suo album d’esordio.
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