There’s no calm after the storm
Un evento meteorologico estremo si è abbattuto sull’Italia nord-orientale nell’ottobre 2018. Lo scirocco ha soffiato fino a 200 chilometri orari nelle valli dolomitiche, schiantando al suolo circa 14 milioni di alberi. La pioggia incessante ha fatto esondare i torrenti, trascinando a valle tronchi e detriti. Nel volgere di una notte, gli abitanti di alcune comunità montane di Trentino, Veneto e Friuli-Venezia Giulia si sono trovati con le cantine allagate e le case scoperchiate dal vento.
A oltre cinque anni di distanza, le conseguenze della tempesta Vaia sono ancora visibili e tangibili. I versanti di alcune montagne sono brulli. I boschi che restano sono invasi dal Bostrico tipografo, un coleottero parassita che si ciba di legno. Senza le piante, è venuta a mancare una protezione contro le frane e le valanghe. Mentre esperti e gente del luogo si rimboccano le maniche per riportare la situazione alla normalità, il danno economico complessivo è stato stimato in tre miliardi di euro.
Realizzato in collaborazione con il giornalista Cosimo Bizzarri, i dipartimenti TESAF e DAFNAE dell’Università di Padova e il Grant ISPA 2021, “There’s no calm after the storm” indaga le conseguenze a lungo termine di un evento metereologico estremo e l’equilibrio fragile tra l’azione dell’uomo e la tenuta degli ecosistemi.
In mostra è presente anche un video di Gianluca Miotto con audio di Lorenzo Tomio.