La nuova edizione di Fotografia Europea si propone di stimolare riflessioni su memoria, archivi e futuro e di articolarle sulla concretezza delle questioni dell’attualità: : strade dimenticate, situazioni minacciate, tentativi di alternative.
Archivio non come luogo chiuso e della conservazione, ma piuttosto archivio come luogo – diffuso – dove trovare le storie e le immagini che possono aiutare a comprendere il presente e a immaginare il futuro.
Elio Grazioli, Walter Guadagnini e Diane Dufour spiegano le valenze e le sfaccettature offerte da questo tema:
“Concentrarsi sugli archivi significa, per noi, interrogarsi sul ruolo che vi svolgono le immagini, e in particolare la fotografia. Ancora una volta: puro documento, registrazione, dato, o interpretazione, espressione, immaginario, trasfigurazione? E ancora una volta: passato, presente o futuro?
Oggi archiviare la fotografia significa spesso archiviare dei files, dei dati immateriali, non più dei rullini o delle stampe; non abbiamo più l’album delle fotografie per archiviare i nostri ricordi, ma la cartella sul desktop, pronta magari ad essere condivisa con decine di migliaia di persone, conosciute e no.
Negli archivi i fotografi trovano stimoli, immagini: l’immagine del passato cambia, estratta dall’archivio, portata nel presente della creazione artistica; il documento diviene invenzione, la storia si trasforma in racconto, più o meno plausibile, o in utopia, più o meno praticabile.
Mappe del tempo significa – aggiungono i curatori – questo potere dell’immagine di essere la carta topografica della memoria e insieme la rappresentazione propositiva del futuro“.