…CONFESSIONI. Canzoni vissute
Ideazione e realizzazione: Associazione ICS – Innovazione Cultura Società
Confessare un sentimento, esprimerlo per liberarsene o per riuscire a rileggerlo, cercare le parole per tradurlo e interpretarlo. Questo è ciò che la canzone ha saputo fare più e meglio di qualsiasi altra espressione artistica, diventando per almeno cinquant’anni il principale strumento di identificazione popolare per intere generazioni di italiani.
La canzone d’amore in particolare ha saputo spingersi dove le sole parole non avrebbero potuto arrivare, evocando immagini indimenticabili e colorando di sfumature musicali ogni singola sillaba.
C’è stato un momento in particolare in cui, per una concomitanza di fattori sociali e culturali, la canzone italiana legata alle relazioni sentimentali è forse stata capace di esprimersi in modo profondamente sincero, come mai accaduto prima né dopo.
Gli anni che dal 1970 vanno al 1975, il lustro successivo alla rivoluzione culturale del ’68 e che ha preceduto gli scossoni politici e sociali che da lì a poco avrebbero condizionato anche il mondo della musica, ha assistito alla totale consacrazione di almeno una decina di grandi interpreti femminili. Cantanti che hanno dominato la scena televisiva e discografica esibendosi in disarmanti interpretazioni, intense, profonde e talmente sincere da abbattere talvolta i confini fra performance e vita reale. Mia Martini, Mina, Ornella Vanoni, Patti Pravo… hanno saputo esprimere stati d’animo e sentimenti intensamente legati alla sensibilità femminile, impossessandosi in prima persona di melodie e testi, trasformandoli appunto in vita vissuta. Brani scritti però – sia nella composizione musicale che nei testi – esclusivamente da uomini, quali Mogol, Franco Califano, Paolo Limiti e molti altri. Brani nei quali si è quasi magicamente creata un’irripetibile fusione tra il sentire maschile e femminile, quasi non ci fossero resistenze preconcette o separazioni di genere nel momento in cui si parlava d’amore.
L’esposizione approfondisce questo particolare periodo attraverso le interpreti, gli autori e la formula “canzone”, concentrandosi particolarmente sui temi della confessione e sui relativi processi di identificazione. Attraverso l’espediente narrativo del diario, che prende corpo nell’allestimento, il visitatore viene immerso nelle confessioni, nel mondo interiore e nei frammenti di memoria di una giovane donna e in questo modo condotto per mano alla scoperta di un certo tipo di canzone, della sua morfologia e del suo contesto storico-sociale. Oltre alle fotografie messe a disposizione dal servizio Teche RAI, i testi e le emozioni trasmesse dalle canzoni sono stati interpretati dai lavori di due giovani fotografe, Giulia Bersani e Alessia Leporati, che si interrogano su quanto la sincera e non filtrata confessione di sé possa essere elemento generatore di legami, relazioni e intimità tra le persone.