Alex Majoli

Andante

 

Le foto esposte indagano la condizione umana e gli elementi più oscuri della società; argomenti da sempre al centro delle ricerche di Alex Majoli che in questa occasione riscrive una nuova sceneggiatura con un percorso temporale dal 1985 fino al 2018.

Un viaggio che si conclude con teatro, un’esplorazione della teatralità presente nella vita quotidiana, in cui si confondono i confini tra realtà e finzione.

La linea sottile tra realtà e teatro, documentario e arte, comportamento umano e recitazione è l’esatto attrito che lo affascina e continua vederlo tornare nelle strade e nei luoghi in cui la condizione umana viene messa in discussione. Anche nella più tragica delle miserie trova il teatro, l’orgoglio e soprattutto la magnificenza dello spirito umano.

 

BIOGRAFIA

 

La carriera di Majoli inizia precoce nello studio di Casadio e Malanca, ma solo dopo aver fotografato la chiusura del famigerato manicomio sull’isola di Leros, in Grecia, trova eco nella sua forma autoriale, da cui la sua prima monografia intitolata “Leros”.

L’iniziale interesse di Majoli per le teorie di Franco Basaglia, pioniere del moderno concetto di salute mentale e noto per aver abolito gli ospedali psichiatrici in Italia, lo porta a viaggiare in Brasile, dove le teorie Basagliane vengono adottate con entusiasmo.

Nel corso di vent’anni anni Majoli ha fotografato il Paese sudamericano collezionando una serie d’immagini della complessa società brasiliana unite in un progetto tutt’ora in corso chiamato “Tudo bom”.

A cavallo tra gli anni ’90 e 2000 Majoli ha lavorato prevalentemente per l’editoria internazionale. La sua esperienza pluriennale di fotoreporter ha fatto sì che Majoli intuisse la sottile barriera che vive tra la finzione e la realtà dell’esistenza umana, idea già esplorata in letteratura e filosofia da Pirandello a Debord.

Nel rappresentare attraverso le immagini le dinamiche teatrali della vita, in cui le azioni umane sembrano prendere ispirazione dallo spettacolo, Majoli si pone come fotografo provocatore accentuando la drammaticità della routine quotidiana con l’uso di luci artificiali. Le sue immagini diventano scene in cui le persone, attraverso la loro “vita/performance”, si esprimono in quello che poi diventa un non dichiarato set cinematografico o un palcoscenico teatrale.

 

SEDE

Museo d’Arte della città di Ravenna

via di Roma, 13

Ravenna

www.mar.ra.it

 

7

 

ORARI

dal martedì al sabato  9 -18

domenica 11-19

lunedì chiuso

 

INGRESSO

intero €6
ridotto €5
per info sulle tariffe clicca qui