Nonluoghi – I ragazzi li abitano?

Un’ampia letteratura scientifica dimostra che la qualità degli ambienti costruiti influenza in modo decisivo lo stato di benessere psicofisico di chi li vive. Gli ambienti di vita e di lavoro sono considerati, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, fra i più significativi determinanti per la salute.

L’uso crescente e costante delle nuove tecnologie, un diverso modo di vivere le relazioni sociali rispetto al passato e nuovi ritmi di lavoro, rappresentano alcuni dei fattori che portano ad un rinnovato utilizzo dell’ambiente costruito da parte della popolazione.

Da un altro punto di vista, le nuove costruzioni, in particolare quelle ad uso pubblico, vengono oggi realizzate con sistemi standardizzati a livello internazionale, determinando talvolta la perdita delle specificità locali o storiche. Tutto questo rischia di prospettare future città, molto simili tra loro, costellate da nonluoghi.

Il concetto di non luogo, introdotto dall’antropologo francese Marc Augé, denota quegli spazi che sono stati costruiti per un fine ben specifico (trasporto, transito, commercio, tempo libero, etc..) ed il rapporto, sempre meno identitario, che viene a crearsi fra loro e gli individui.

In questo contesto si colloca il progetto di studio “Azioni intersettoriali per favorire il benessere psicofisico dei giovani con interventi finalizzati al miglioramento dei contesti di vita e lavoro” promosso dalla LILT e dal Centro Regionale di Didattica Multimediale per la Promozione della Salute – Luoghi di Prevenzione.
Nello specifico, le azioni del progetto, nell’ambito della promozione della salute promossa dalla LILT, sono finalizzate a favorire il benessere psicofisico dei giovani nella fascia 14-25 anni anche attraverso l’individuazione di luoghi della propria città che essi vivono come luoghi di benessere o come luoghi di malessere e alla trasformazione di questi ultimi in un’ottica di miglioramento della salute.

Alla luce dei risultati ottenuti è stato possibile realizzare una ricerca multimediale, fotografia e video, realizzata in collaborazione tra i componenti del Laboratorio fotografico della Associazione Refoto specializzati nella fotografia dei luoghi, e alcuni studenti educatori tra pari dell’Istituto Professionale  “Galvani-Iodi” di Reggio Emilia.

L’ambito di lavoro per questo progetto espositivo è stato circoscritto al centro e a zone di prima periferia della città di Reggio Emilia e si focalizza in particolare su alcuni luoghi tra quelli indicati dagli alunni in uno specifico questionario di ricerca a loro proposto.
Gli autori Refoto hanno realizzato 24 immagini per ciascun luogo individuato, una per ogni ora nelle 24 ore di un giorno prescelto.
Ne risulta una lunga quinta dove i luoghi perdono la loro connotazione di rappresentazione tipica e visibile in un normale scatto fotografico, per assumere la dimensione più riflessiva di luoghi dove casualmente possono accadere eventi o al contrario non accadere. Ci troviamo in luoghi o in nonluoghi?

Le immagini scattate dagli autori dell’Istituto Professionale per i Servizi Socio-Sanitari “Galvani-Iodi” di Reggio Emilia attraverso l’utilizzo dei loro cellulari, risultano realizzate con un approccio totalmente istintivo e non condizionato e rappresentano il vissuto di benessere o di malessere, l’impatto emotivo, la percezione dei giovani che realmente frequentano o attraversano questi luoghi.

L’insieme dei due approcci cosi diversi, ma decisamente complementari nel porre il focus su alcuni luoghi pubblici della città di Reggio Emilia in relazione ai suoi giovani fruitori, dà vita ad un percorso espositivo che si snoda tra necessarie riflessioni e coinvolgenti rimandi emotivi.

Alberto Cucchi, il Curatore

 

“Azioni intersettoriali per favorire il benessere psicofisico dei giovani con interventi finalizzati al miglioramento dei contesti di vita e lavoro”

Il progetto si colloca nell’ambito della prevenzione primaria e nasce dal desiderio di approfondire il tema dei luoghi, come elemento fondamentale fra i determinanti della salute degli individui. Al centro della progettualità c’è una ricerca-azione, che mira allo studio e alla trasformazione dei contesti di vita / lavoro dei giovani nella fascia 14-25 anni (target definito).

Partner nella realizzazione delle azioni sono: la Lilt di Reggio Emilia (capofila) insieme alle LILT di Bologna, Roma e Oristano.

Obiettivo condiviso quello di studiare il potere che i contesti hanno sulle emozioni, sui pensieri e sui comportamenti degli individui, arrivando a riconoscere le caratteristiche che differenziano un luogo capace di creare benessere da un luogo in cui si può sperimentare disagio.

In questa riflessione hanno avuto un ruolo centrale:
· I peer educator di diverse scuole, nel fornire la loro esperienza di “abitanti” e fruitori di diversi paesaggi urbani. I ragazzi hanno lavorato sulle caratteristiche dei luoghi, identificando location reali su cui focalizzare l’attenzione.

· I fotografi, che hanno aiutato a raccontare per immagini il frutto delle riflessioni fatte in aula, producendo materiali che possano costruire una significativa base documentale del progetto.

Approdo naturale di questo percorso sono:
· Una mostra fotografica, che resterà come preziosa testimonianza e significativo patrimonio culturale originato da questi dialoghi

· I risultati della ricerca-azione, che immaginiamo non come punto di arrivo ma come punto di partenza, in una riflessione che pensiamo aperta a sviluppi futuri di approfondimento e di applicazione

S’inaugura con questo progetto un filone molto innovativo di studio, che accoglie senza indugio il paradigma della complessità nel mondo della promozione della salute, creando valore non solo in senso scientifico, ma anche in ambito culturale e progettuale.

 

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