Più di così non possiamo avvicinarci
a cura di Ilaria Campioli
Dai suoi albori la fotografia è strettamente legata all’esplorazione e alla conoscenza del territorio. Sviluppatasi all’interno del fervore vittoriano per la classificazione, la collezione e la conoscenza, la fotografia accompagna le esplorazioni geografiche, le spedizioni archeologiche ed i viaggi già dal 1850. In un periodo caratterizzato da forti cambiamenti ed espansioni, grandi invenzioni come la nave a vapore, la ferrovia e il telegrafo rendono il mondo più accessibile. La fotografia contribuisce a rendere questo mondo più familiare. Affiancando esploratori, archeologi e capitani nelle loro imprese di conquista, le fotografie e i libri fotografici di quegli anni contribuiscono a creare e a rafforzare una geografia immaginaria dei luoghi, modellando la nostra percezione dello spazio e del tempo.
I libri fotografici in mostra utilizzano la stessa struttura narrativa e visuale cara alle esplorazioni del XIX e XX secolo per riflettere sulle complesse relazioni fra scoperta, viaggio e conquista. Ma non solo, evocando i modelli cari alla fotografia di quegli anni, i libri scelti ci interrogano rispetto al nostro rapporto con l’ignoto, il viaggio, l’esotico e ciò che ci è familiare, accompagnandoci in un viaggio attraverso i luoghi e gli oggetti ritratti, ma anche all’interno del medium stesso.