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ANNE TALLENTIRE - Arena industriale Anne Tallentire è nata nel 1949 nel Nord Irlanda. Attualmente vive e lavora a Londra. La ricerca di Anne Tallentire è una ricerca fortemente dinamica e attinge da ogni tipo di media: dalle installazioni, che vedono il mescolarsi di video e suoni, alla fotografia, a micro-filmati e performance. Il suo lavoro si concentra in particolar modo sulla precarietà, sia questa sociale, geografica o politica, sia quotidiana e transitoria, di oggetti come di persone. Il lavoro di Anne Tallentire per Storie urbane (dal titolo Arena industriale) considera gli ambienti connessi ad alcuni degli aspetti pragmatici e tuttavia essenziali della quotidianità, che spesso restano nascosti agli occhi. Il suo progetto esplora la vita transitoria e gli ambienti di lavoro situati geograficamente e socialmente al di fuori del confine della città di Reggio Emilia - per esempio la TAV, il villaggio temporaneo degli operai, il vecchio stabilimento delle Officine Meccaniche Reggiane alla periferia della città. Il suo sguardo si focalizza sui luoghi e sugli oggetti che hanno apparentemente minore significazione cogliendo tratti decisivi per la storia del luogo e delle persone che lo hanno vissuto. In particolare l'autrice ha seguito questo metodo di indagine negli interni delle Ex Officine Meccaniche Reggiane utilizzando la tecnica video che sarà presente in mostra accanto alle fotografie. L'artista descrive così la sua esperienza a Reggio Emilia: "Il viaggio in una zona industriale è una vera prova per me, perché non ho mai lavorato in un ambiente simile prima d'ora, ma sono curiosa di vedere ciò che accade ponendosi in questo tipo di situazioni. Questo è il mio approccio al lavoro: porsi come straniera in uno spazio o un luogo mentale (concettuale) come fosse uno spazio o un luogo fisico. Vorrei rispondere spontaneamente allo spazio, agli stimoli dello spazio, usando la macchina come mia appendice e non come uno strumento tecnologico. Vorrei muovermi in modo da lasciar entrare l'occhio nella camera e in modo che la camera segua l'occhio. Mi interessa studiare l'azione in rapporto agli spazi fisici, ma anche in relazione al modo in cui azione e lavoro divengono parte del 'fare arte'. Cerco di studiare questa relazione attraverso il metodo di lavoro descritto prima, utilizzando una telecamera portatile, registrando piccoli segni, tracce dell'attività del lavoro, dell'azione. Se guardiamo qualcosa per terra, come questo rivestimento in plastica, ad esempio notiamo dei segni: essi hanno un significato. Mi piace indagare sulla volontarietà o involontarietà delle cose. Si può pensare: esiste e basta o qualcuno ha fatto in modo che ci fosse? Quello che mi interessa sono le tracce lasciate dalle persone, i luoghi in cui qualcosa è stato spostato. Penso che l'azione del prendere un oggetto materiale e il ricollocarlo in un posto diverso o in un modo diverso ha un proprio significato rispetto all'ambiente circostante. Questo è parte del 'fare arte'. Credo che, paradossalmente, i luoghi periferici siano i luoghi 'centrali' nella nostra vita: l'industria e il mondo commerciale sono nelle periferie e i loro prodotti entrano a far parte della nostra vita quotidiana condizionandola e caratterizzandola. Il centro delle città, per esempio, secondo il mio punto di vista, diventa marginale nella nostra vita. Nel mio lavoro voglio pormi in una zona di confine, in modo concettuale, in una chiara relazione tra il limite sociale e quello culturale. Oltre alle Officine Meccaniche Reggiane, ci sono altri due luoghi che ho visitato a Reggio Emilia. Uno è il villaggio dei lavoratori della TAV, con i loro dormitori, la mensa e gli uffici. Esso è un contesto completamente asettico, auto-referenziato, e denuncia la sua transitorietà. Questo per me rappresenta il limite di una vita che si sposta per inseguire il lavoro, lottando con limiti diversi quali le aspettative, ma lottando anche con i limiti della vita quotidiana del lavoro, quali il freddo, il caldo e la fatica. L'altro luogo che ho visitato è un capannone industriale abbandonato utilizzato da lavoratori clandestini per viverci. Essi sono 'lavoratori invisibili', ma che fanno parte della società. Questo luogo è caratterizzato da oggetti inutilizzati nella vita quotidiana, con letti, poltrone, fornelli, attaccapanni che suggeriscono la lettura di quello spazio e denunciano il limite tra l'aspetto pubblico e privato, tra il politico e il sociale". [Brano tratto dall'intervista realizzata per il video-documentario dal titolo Molte città, Sguardi diversi, realizzato nell'ambito della Settimana della Fotografia Europea] Alcune mostre personali 2005 Drift: diagram vii, Void Gallery, Derry (catalogue) 2000 Dispersal, Orchard Gallery, Derry* (catalogue) 1999 Instances, Irish Pavilion, (representing Ireland), Venice Biennale, Venice (catalogue) 1999 Instances, Lux Gallery, London (catalogue) 1998 Trailer, Project, Dublin* Alcune mostre collettive 2005 Arbeit*, Galerie im Taxipalais, Innsbruck, Austria, Lewis Glucksman Gallery, Cork (catalogue) 2004 Densité + 0, Ecole des Beaux Arts, Paris, Kunsthalle, Fri-art, Fribourg, Switzerland* (catalogue) 2004 Multiplicity, Fota House, Garnish Island, Cork, Context Gallery, Derry (catalogue) 2003 Out of Place, The Terrace Gallery, Harewood House, Leeds, Hatton Gallery, Newcastle 2003 No Fixed Position, Lethaby Gallery, London 2002 Sum of the Parts, South London Gallery, London* 2002 Strike, Wolverhampton Art Gallery, Wolverhampton (catalogue) 2002 Something Else, Turku Art Museum, Turku, Amos Anderson Museum, Helenski (catalogue) 2002 Private Views London Print Studio, London, Herbert Read Gallery, Canterbury (catalogue) 2001 Neue Welt, Frankfurter Kunstverein, Frankfurt (catalogue) 2001 Predator, KX auf Kampnagel, Hamburg* 2001 Travellers' Tales, inIVA website 2000 Multiples X 3, Temple Bar Gallery, Dublin, Camden Art Centre, London 2000 Rutger Hauer, Perry's Motors, London 2000 Urban Situations, Galerie im Taxipalais, Innsbruck 2000 Sleight of Hand , Five Years, Underwood Street, London 1999 From There to Here, Konsthallen, Goteborg* (catalogue) 1999 Home 2, Flodden Road, London* 1999 0044, PS1 Gallery, New York, Albert Knox Art Gallery, Buffalo, Ormeau Baths Gallery, Belfast, Crawford Municipal Gallery, Cork* (catalogue) 1997 Bouncer, Concourse Gallery Byam Shaw, London* * work-Seth/Tallentire |
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