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GABRIELE BASILICO - Fuori Centro Gabriele Basilico è nato a Milano nel 1944 dove vive e lavora. Gabriele Basilico è uno dei più noti fotografi documentaristi europei. Fotografa esclusivamente in bianco/nero e suoi campi d'azione privilegiati sono il paesaggio industriale e le aree urbane. I suoi studi di architettura lo avvicinano all'ambiente dell'editoria di settore per cui realizza, su commisione, un ampia serie di lavori. Ha al suo attivo ricerche sulle aree urbane, sul territorio, sull'architettura commissionate da privati ed enti pubblici. L'artista descrive così il suo progetto per Storie urbane, dal titolo Fuori Centro: "Questa è una terra fotografica, in cui da tantissimi anni sono presenti iniziative di fotografia che hanno creato la spina dorsale di un pensiero sulla fotografia in Italia. Il mio pensiero, inoltre, si rivolge alla memoria di un caro amico che è stato uno dei personaggi chiave, e lo è tutt'ora, per l'evoluzione del pensiero fotografico, che è Luigi Ghirri. Il mio modo di lavorare sullo spazio si è avviato a metà degli anni 80, in occasione di un grosso progetto del governo francese. Oggi, questo modo di lavorare è, per me, sempre lo stesso, e per certi versi, sempre diverso. L'atteggiamento di attenzione, di osservazione, di mettere in relazione luoghi diversi del mondo occidentale, riguarda non tanto un aspetto specifico, ma la globalità, riguarda la complessità di questo mondo, quindi del pensiero, e di tutto ciò che lo rappresenta. Teniamo conto che nella fotografia, la visione impatta con quello che c'è davanti, quindi apparentemente può essere anche superficiale, ma è semplicemente ciò che l'immagine proietta nello sguardo. Inoltre, l'altra anima del mio modo di lavorare riguarda invece la specificità dei luoghi, ed è come se ci fosse un dialogo incessante e continuo tra il fatto che il mondo che noi conosciamo, che viviamo, si assomiglia sempre di più, e la ricerca di questa specificità. Non possiamo ignorare questo dato, è un elemento fondamentale della ricerca, anzi spesso diventa l'obiettivo principale, anche nel mio lavoro. Esiste una sorta di dualismo, con il quale l'occhio del fotografo, analizzando in un modo o nell'altro, cerca di costruire uno specchio, una specularità del mondo. Il mio rapporto con lo spazio e con l'architettura è un rapporto diviso. Come fotografo, inseguo dei percorsi, anche anonimi, in luoghi che diventano senza storia, in cui la storia è sovrapposta, in cui si perde l'identità. Questo fenomeno mi interessa molto, sul piano fisico e ambientale, quindi sociale e di identità. I macro interventi dell'architettura a cui gli ultimi venti trent'anni ci hanno abituato anche in Italia come ultimo paese in Europa, mi interessano, come architetto, ma questa situazione, sul piano della lettura, questo luogo di ibridazione, mi interessa anche come fotografo, come cittadino. Il fatto che, degli interventi decisivi, fatti con una qualità architettonica assolutamente fuori discussione, possano in un certo senso cambiare il destino del paese, perchè questo destino, fino adesso privo di interventi architettonici, è un destino che ci porta verso una situazione depressa. Quindi, da sempre, la grande architettura è stato il volano della storia che ha lasciato, nel tempo, il valore educativo dell'architettura, il valore degli elementi". [Brano tratto dall'intervista realizzata per il video-documentario dal titolo Molte città, Sguardi diversi, realizzato nell'ambito della Settimana della Fotografia Europea] Alcune delle sue mostre più recenti - V Biennale Internazionale di Architettura e Design di Sao Paulo, 2003
- Disegnare la città, Triennale di Milano, 2004
- L.R. 19/98, MIT Museum di Cambridge, Mass., 2004
- Arti e Architettura 1900-2000, Palazzo Ducale di Genova, 2004
- Obiettivo Napoli. Luoghi memorie immagini, Sala Dorica di Palazzo Reale, 2005
- Istanbul, IX Biennale Internazionale d'Arte di Istanbul, 2005
- Città di Torino, Galleria d'Arte Moderna, 2006
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