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KETTY LA ROCCA

Nasce nel 1938 a La Spezia e muore prematuramente nel 1976; è una delle rappresentanti più importanti dell'Arte Concettuale italiana. Ha lavorato con diversi linguaggi dalla poesia visiva alla performance.

I suoi primi lavori, datati 1964, sono dei collage, nei quali l'artista opera una profonda critica al sistema politico, utilizzando parole e immagini dei quotidiani, alle quali attribuisce un nuovo significato, o meglio il significato che essi nascondono ad una prima superficiale lettura. Al centro della sua ricerca una società dominata e condizionata dal consumismo e dai media alla quale si affaccia con l'approccio della Pop Art, riconosce le immagini dei media e della merce, nella loro raffigurazione stereotipa e ovvia per mettere a confronto l'arte con un campo finora ignorato della sociologia dei consumi.

Negli anni Settanta La Rocca lavora sul tema delle mani: ne analizza il linguaggio e ne disegna il contorno con delle parole. L'interesse nei confronti delle mani ha origine nel desiderio di creare un nuovo linguaggio della comunicazione, in cui il corpo reale, l´espressione dei gesti e la scrittura entrano in un nuovo rapporto. In questi lavori l'artista si riferisce esplicitamente al mondo femminile, in cui alle mani delle donne vengono associate determinate attività.

Tra gli ultimi lavori di La Rocca ci sono le Riduzioni, in cui trasforma la foto quotidiana, per esempio una foto di famiglia, di un'istallazione in una galleria, un autoritratto o la faccia di un politico, un giornale o una cartolina artistica, venduta mille volte, oppure un manifesto cinematografico. Il principio delle Riduzioni è ampliare la foto di partenza con una o più variazioni, tramite la schematizzazione grafica dell´immagine, riducendo le sue linee e i contorni delle forme importanti a linee e superfici nere.

Tra le sedi che hanno ospitato sue esposizioni personali ricordiamo: Galleria Duemila di Bologna, Galleria Christian Stein di Torino, Galleria La Tartaruga di Roma, la Biennale di Venezia, il Centre d'Art Contemporain di Ginevra, Galleria Emi Fontana di Milano.