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GIULIO PAOLINI

Giulio Paolini č nato a Genova nel 1940. Dal 1952 risiede a Torino e da qualche anno anche a Parigi. La sua prima opera conosciuta č Disegno geometrico del 1960, una tela sulla quale ha portato a termine solamente un procedimento preliminare, ossia la quadratura geometrica, anticipazione di ogni possibile rappresentazione.

Nelle opere degli anni successivi (1960-1964) l'idea di base č la rappresentazione del campionario degli strumenti e delle tecniche della pittura e del disegno: barattoli di vernice, pennelli, telai, preparazione della tela, quadrettatura. Mentre nei progetti di mostre, tra cui quella realizzata in occasione della sua prima personale a La Salita di Roma nel 1964, ad essere analizzato č il rapporto tra le opere e lo spazio espositivo o il comportamento che al suo interno assume lo spettatore. Con Lo spazio, installazione del 1967 presso la galleria La Bertesca di Genova, Paolini inaugura la sua partecipazione al gruppo dell'Arte povera

Dopo aver considerato i codici di espressione della pittura e i suoi strumenti, anche la figura dell'artista viene indagata: in Delfo (1965), autoritratto fotografico in dimensioni reali, il volto dell'autore č seminascosto dal telaio; in Diaframma 8 (1965) Paolini compare mentre trasporta una tela e in D867 (1967) l'autore č ritratto nell'atto di trasportare l'opera precedente. E ancora, in Giovane che guarda Lorenzo Lotto (il titolo integra l'opera costituita dalla riproduzione, in grandezza naturale, del dipinto del Lotto Ritratto di Giovane), l'artista indaga l'identitā dell'autore ricostruendo lo spazio in cui l'antico pittore ha operato e trasformando lo spettatore in Lorenzo Lotto. La citazione in Paolini č sempre testuale (opere riprodotte in fotografia, dipinti di altri artisti, calchi in gesso, antiche stampe, brani letterari) e proprio attraverso le citazioni si individuano i suoi punti di riferimento: Lotto, Bronzino, Poussin, Ingres e Watteau.

A partire dal 1969 Paolini dedica al teatro una intensa attivitā, svolta per lungo tempo; il suo primo lavoro teatrale risale proprio a quell'anno, con la realizzazione della scenografia e i costumi per il Bruto II di Alfieri per il Teatro Stabile di Torino. Dal 1972 inizia una lunga collaborazione con il gruppo d'avanguardia di Carlo Quartucci.

Oltre agli inviti alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel, si intensificano negli anni Ottanta le mostre personali nei musei in Italia e all'estero (Stedelijk Museum di Amsterdam, Vancouver Art Gallery, Staatsgalerie di Stoccarda, Museo di Capodimonte di Napoli, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino) e la pubblicazione di libri dove sono raccolti i testi dell'artista, che assiduamente integra il suo lavoro con la scrittura.