FE 2015

Un progetto del Comune di Reggio nell'Emilia
 
Comune di Reggio Emilia – Città delle persone

  • Thomas Ruff, ma.r.s.08_I, 2012, Courtesy Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli
    Thomas Ruff, ma.r.s.08_I, 2012, Courtesy Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli
  • Thomas Ruff, Jpeg la01, 2007. Courtesy Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli
    Thomas Ruff, Jpeg la01, 2007. Courtesy Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

Thomas Ruff, Substrat, Ma.rs. e Jpeg

Substrat

La serie Substrat parte da immagini di Manga e Anime giapponesi che vengono sovrapposte e modificate digitalmente fino a perdere profondità per lasciare spazio ad una semplice superficie pittorica. Le immagini si trasformano, così, in sorprendenti giochi di colore astratti, riproducibili all’infinito, meccanicamente, senza che l’intervento umano possa produrre errori o variazioni, perdendo qualsiasi rapporto con le fonti originali. Nonostante la loro resa fotografica, queste immagini si presentano come indagini al di sotto della superficie fotografica. Il titolo stesso, Substrat, sembra voler affermare la presenza di qualcosa di sottostante, qualcosa di primordiale, allusivo all’essenza stessa della fotografia.

Ma.r.s.

Sul sito della NASA è disponibile un archivio di immagini del pianeta Marte in bianco e nero. Le fotografie sono state realizzate con il sistema HiRISE (High Resolution Imaging Science Experience) sviluppato a partire dal 2006 dall’Università dell’Arizona. Affascinato dall’altissima definizione delle immagini, attraverso le quali è possibile scorgere ogni minima variazione della superficie di Marte nonostante la sua lontananza, l’artista è intervenuto sulle fotografie colorandole e comprimendole, creando prospettive particolari al fine di dare all’osservatore l’impressione di volare verso il pianeta o su di esso. In questo modo ha creato immagini di immagini reali che risultano non conformi alla realtà e quindi ingannevoli, a dispetto della loro apparente vocazione scientifica.

Jpeg

Ultimo progetto del fotografo, Jpeg si propone come una sintesi degli aspetti principali della sua opera. Il primo elemento è la presa di distanza dalla soggettività: le immagini sono dei ready- made di cui l’artista si è semplicemente appropriato (la scelta delle immagini avviene senza logica e le stesse possono essere utilizzate molto tempo dopo la loro realizzazione), dimostrando così quanto sia impossibile rappresentare la realtà attraverso la fotografia. Le immagini appaiono come enormi mosaici di pixel, in cui il soggetto si intravede, ma non è rappresentato chiaramente. Protagonista è la tecnica. La superficie dell’immagine frazionata permette di evidenziarne colori e pattern prima non identificabili, ma allontanandosi dalla stessa si percepiscono i soggetti, quotidiani, banali o drammatici, rappresentati senza gerarchie d’importanza. L’occhio fatica a percepire la tragicità di alcune immagini scomposte, rese difficilmente riconoscibili, e ne coglie solo la bellezza estetica. La rappresentazione perde così ogni funzione documentaria, per offrirci un’esperienza puramente estetico/visiva e trasformarsi in mere sperimentazioni grafiche.

Le opere di Thomas Ruff qui esposte fanno parte della mostra collettiva No Man Nature.

NO MAN NATURE

Mostra a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini

 

Opere di Darren Almond, Enrico Bedolo, Ricardo Cases, Pierluigi Fresia, Stephen Gill, Dominique Gonzalez-Foerster e Ange LecciaMishka Henner, Amedeo Martegani, Richard Mosse, Thomas Ruff, Batia Suter, Carlo Valsecchi, Helmut Völter

 

Il taglio scelto per la mostra No Man Nature solleva i temi della natura senza uomo e dell’uomo senza natura sottoponendo euristicamente la riflessione dai suoi due margini estremi. Questi margini non indicano più soltanto l’inesplorato, l’ignoto, l’invisibile, l’inimmaginabile, ma la possibilità stessa dell’esistenza di un mondo senza più uomo e, d’altra parte, dell’invenzione da parte dell’uomo di un mondo che non rimanda più alla natura. Queste possibilità, a loro volta, possono essere percepite come pericoli, quello ecologico della distruzione della natura e dell’autodistruzione della specie umana o quello dell’euforia della “tecnica” che ha come contraltare la solitudine dell’essere umano di fronte al mondo. E ancora: a volte desideriamo di vivere in una natura incontaminata e deserta, sogno di un ricominciamento impossibile, mentre al tempo stesso stiamo costruendo un mondo completamente modellato sul virtuale e sull’immaginario, con una natura altrettanto virtuale e immaginaria.

 

Infine, d’altro canto, perché le cose siano o vadano così c’è sempre un motivo, quindi la riflessione sui casi limite interroga anche sul punto in cui siamo. La mostra vuole proporre tali questioni per immagini, attraverso esempi che mettano il pubblico nella condizione di interrogarsi sulla sua posizione nei loro confronti.

 

L’idea generale è sempre quella di usare la fotografia non come documento e rappresentazione, bensì di sfruttare le sue possibilità interrogative e suggestive. Le questioni poste sul rapporto uomo/natura diventano allora metafora anche della funzione e del ruolo della fotografia.

BIO

Thomas Ruff è un esponente di spicco di quel gruppo di artisti cresciuti all’Accademia di Düsseldorf nel nome di Bernd e Hilla Becher.

Noto al grande pubblico fin dalla metà degli anni Ottanta per i grandi ritratti di studenti suoi coetanei, l’artista tedesco è da sempre fine sperimentatore del mezzo fotografico e delle sue numerose possibili declinazioni.

Partendo dal presupposto che la fotografia può catturare soltanto la superficie delle cose, “l’autenticità di una realtà prestabilita e manipolata”, Ruff volge tutto il suo interesse alla costruzione dell’immagine, come nelle serie ormai celebri dei Ritratti e di Ma.r.s., alla sua manipolazione durante i processi di stampa, come in Substract, o nelle opere più recenti del ciclo Jpeg. Distaccandosi dall’insegnamento dei suoi maestri, Ruff preferisce al bianco e nero asciutto e fortemente chiaroscurato, la seduzione del colore, presupposto che cambia radicalmente la tradizione della fotografia documentaria.

 

Mostre personali dedicate all’artista sono state realizzate, tra gli altri, dallo Stedelijk Museum, Amsterdam; Museum Folkwang, Essen; Museet for Samtidskunst, Oslo 2002; Tate Liverpool, 2003; Fondazione Bevilacqua La Masa 2006; Sprengel Museum, Hannover 2007; Moderna Museet, Stoccolma 2007; Kunsthalle Wien, Vienna 2009; Castello di Rivoli, Torino 2009; Centro de Arte Contemporáneo de Málaga, Malaga 2011; Haus der Kunst, Monaco 2012.

 

Le sue opere sono ospitate nelle collezioni di numerose istituzioni museali: Hamburger Bahnhof, Berlino; The Art Institute of Chicago; Dallas Museum of Art; Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, D.C.; The Metropolitan Museum of Art, New York; Moderna Museet, Stoccolma; National Gallery of Victoria, Melbourne; Solomon R. Guggenheim Museum, New York.

In Italia le opere di Thomas Ruff sono conservate presso il MAXXI di Roma, il Castello di Rivoli e il MART di Rovereto.

 

Nel 2006 riceve il premio Infnity Award dell’International Center of Photography di New York.

EVENTI COLLEGATI

Sabato 16 maggio_ore 11.00_Teatro Cavallerizza

CONFERENZE

No Man Nature: Diane Dufour, Elio Grazioli e Walter Guadagnini dialogano con gli artisti Enrico Bedolo, Pierluigi Fresia, Mishka Henner, Carlo Valsecchi, Helmut Volter

A seguire booksigning

Sede

Palazzo da Mosto
via Mari, 7
42121 Reggio Emilia

7

Orari

• nelle giornate inaugurali
15/05 › 19-24
16/05 › 10-24
17/05 › 10-24
• dal 22 maggio al 26 luglio da venerdì a domenica
venerdì › 16-23
sabato › 10-23
domenica e festivi › 10-20

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Categoria
Palazzo da Mosto