FE 2015

Un progetto del Comune di Reggio nell'Emilia
 
Comune di Reggio Emilia – Città delle persone

  • Untitled from the series
    Untitled from the series
  • Untitled from the series
    Untitled from the series
  • Untitled from the series
    Untitled from the series

Stephen Gill, Hackney Flowers

La serie Hackney Flowers ha preso avvio dall’ interesse di lunga data di Stephen Gill per il villaggio di Hackney nella Est London. Per realizzare la serie, Gill ha raccolto ad Hackney fiori, semi, frutti ed oggetti che in seguito ha fotografato nel suo studio e ri-posizionato all’interno delle sue fotografie, creando immagini effimere ed ottenendo come risultato finale scatti della zona di Hackney in cui sono presenti delle stratificazioni di diverse immagini. Alcune delle fotografie sono state in seguito sepolte nel villaggio dando luogo ad un loro deterioramento, molto evidente negli scatti successivi, volendo così sottolineare il rapporto di “collaborazione” dell’artista col luogo stesso.

 

Le opere di Stephen Gill qui esposte fanno parte della mostra collettiva No Man Nature.

NO MAN NATURE

Mostra a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini

Opere di Darren AlmondEnrico BedoloRicardo CasesPierluigi FresiaStephen GillDominique Gonzalez-Foerster e Ange LecciaMishka HennerAmedeo MarteganiRichard MosseThomas RuffBatia SuterCarlo ValsecchiHelmut Völter

 

Il taglio scelto per la mostra No Man Nature solleva i temi della natura senza uomo e dell’uomo senza natura sottoponendo euristicamente la riflessione dai suoi due margini estremi. Questi margini non indicano più soltanto l’inesplorato, l’ignoto, l’invisibile, l’inimmaginabile, ma la possibilità stessa dell’esistenza di un mondo senza più uomo e, d’altra parte, dell’invenzione da parte dell’uomo di un mondo che non rimanda più alla natura. Queste possibilità, a loro volta, possono essere percepite come pericoli, quello ecologico della distruzione della natura e dell’autodistruzione della specie umana o quello dell’euforia della “tecnica” che ha come contraltare la solitudine dell’essere umano di fronte al mondo. E ancora: a volte desideriamo di vivere in una natura incontaminata e deserta, sogno di un ricominciamento impossibile, mentre al tempo stesso stiamo costruendo un mondo completamente modellato sul virtuale e sull’immaginario, con una natura altrettanto virtuale e immaginaria.

 

Infine, d’altro canto, perché le cose siano o vadano così c’è sempre un motivo, quindi la riflessione sui casi limite interroga anche sul punto in cui siamo. La mostra vuole proporre tali questioni per immagini, attraverso esempi che mettano il pubblico nella condizione di interrogarsi sulla sua posizione nei loro confronti.

 

L’idea generale è sempre quella di usare la fotografia non come documento e rappresentazione, bensì di sfruttare le sue possibilità interrogative e suggestive. Le questioni poste sul rapporto uomo/natura diventano allora metafora anche della funzione e del ruolo della fotografia.

BIO

A Stephen Gill piace confrontarsi con i limiti che la fotografia gli impone. Come artista concettuale – ai confini con la sociologia e la poesia – sperimenta, nella documentazione della zona di Hackney nella East London, tecniche non comuni. Tra i suoi metodi di lavoro c’è il sotterramento delle immagini, Buried, la creazione di stravaganti collages di fiori e semi, Hackney Flowers e il posizionamento di oggetti nella macchina fotografica affinché questi lascino traccia sulla pellicola, provocando uno spaesamento rispetto alla proporzione delle immagini, Talking to Ants. Il suo obiettivo è quello di esaltare lo spirito del luogo affinché questo resti intrappolato nell’emulsione, quasi fosse una sorta di ambra, dando vita ad una serie di suggestioni surreali. Prima di realizzare i suoi scatti, Gill inserisce piccoli frammenti e pezzetti di detriti all’interno della macchina fotografica. Strade, alloggi, mercati e canali fanno da sfondo a immagini nelle quali restano incastonate varie forme di piante, insetti, pezzetti di plastica e vetro. In tal modo gli oggetti appaiono simultaneamente sia dietro che davanti alla lente della macchina fotografica, creando una curiosa giustapposizione tra la superficie e la realtà. Come risultato si ha un’indeterminatezza che disorienta profondamente la nostra percezione rispetto ai diversi piani rappresentati. Ciò che noi percepiamo è un senso del luogo stratificato ed ingrandito, forma e struttura contribuiscono ad accrescere non soltanto l’aspetto di quel luogo ma anche la sua anima.

EVENTI COLLEGATI

Sabato 16 maggio_ore 11.00_Teatro Cavallerizza

CONFERENZE

No Man Nature: Diane Dufour, Elio Grazioli e Walter Guadagnini dialogano con gli artisti Enrico Bedolo, Pierluigi Fresia, Mishka Henner, Carlo Valsecchi, Helmut Volter.

A seguire booksigning

Sede

Palazzo da Mosto
via Mari, 7
42121 Reggio Emilia

7

Orari

• nelle giornate inaugurali
15/05 › 19-24
16/05 › 10-24
17/05 › 10-24
• dal 22 maggio al 26 luglio da venerdì a domenica
venerdì › 16-23
sabato › 10-23
domenica e festivi › 10-20

mappa

Categoria
Palazzo da Mosto