Le cose che si vedono in cielo
A cura di Ilaria Campioli
Il cielo, le stelle, la luna e gli astri hanno da sempre affascinato gli uomini. Dalle antiche cosmogonie alle più recenti esplorazioni spaziali gli uomini si confrontano con ciò che non possono vedere, toccare, sperimentare. Si confrontano con la distanza, con il senso, con il sublime.
Anche la fotografia si è interessata fin da subito al cielo e nel corso della sua storia ha messo a punto strumenti sempre più sofisticati per riprendere le immagini del cosmo. Ma proprio quando da luoghi sempre più remoti arrivano immagini sempre più dettagliate, gli artisti sentono l’esigenza di riappropriarsi di questo spazio dell’immaginazione. Attraverso una selezione di libri fotografici recenti, la mostra riflette sul confine fra arte e scienza. Gli artisti in mostra si confrontano con gli archetipi delle immagini del cosmo reinventandole, scardinandole e portandoci a riflettere su come la visione della natura sia fortemente condizionata dalla nostra memoria visiva, accumulata nel corso degli anni. Grazie alle sequenze di immagini presenti nei libri, gli artisti creano nuove mappe e visioni dell’universo.
In mostra sono esposte anche le fotografie realizzate sul finire degli anni Sessanta durante le missioni Apollo della NASA. Questi scatti, che per la prima volta ci restituiscono l’immagine del pianeta da una distanza così considerevole, riflettono, più di quanto possiamo credere, il momento storico che le ha prodotte e mostrano come, da allora, siano entrate a far parte del nostro immaginario.
Anche se i libri in mostra ci raccontano di un infinitamente lontano, in realtà conducono direttamente dentro ognuno di noi, facendo leva sul nostro desiderio di conoscere e immaginare.