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DAN GRAHAM

Dan Graham nasce nel 1942 a Urbana, Illinois (Usa). Agli inizi degli anni Sessanta è proprietario di una galleria, la John Daniels, dove espone alcune tra le prime sperimentazioni del Minimalismo, arte che si proponeva di operare secondo rapporti di oggettività; Graham nei suoi lavori mostra, invece, il punto di vista soggettivo dello spettatore. Il suo percorso artistico prende avvio con una serie di lavori concettuali (1965-66), basati sull'uso di testi e fotografie. Le successive esperienze di performance, legate a indagini psicologiche e interpersonali a partire da sperimentazioni operate con il proprio corpo, lo portano a rivolgere la sua attenzione ai progetti architettonici per le possibilità di interazione sociale negli spazi pubblici (nel 1970). Tuttavia, l'artista americano non ha iniziato a lavorare sulla relazione tra i criteri oggettivi del fare arte e il punto di osservazione soggettivo dello spettatore, con interventi ambientali, bensì con performances e video (Two Consciousness Projections); infatti sono proprio gli anni a cavallo tra 1960 e 1970 che vedono lo sviluppo e il diffondersi della video art.

Negli anni Ottanta matura la ricerca sui padiglioni, strutture praticabili di vetro, in parte trasparente e in parte riflettente capaci di coinvolgere il contesto e lo spettatore in modo interattivo: ciò che vuole indagare nei suoi padiglioni è il tema della dualità trasparenza/riflessione, la dispersione del confine tra osservatore e osservato, un'idea presente anche nei tuoi video e nelle performances.

Tra le esposizioni, collettive e personali, a cui ha partecipato, ricordiamo: la recente retrospettiva al Kiasma Museum of Contemporary Art di Helsinki, quella al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, la personale al Kunst-Werke di Berlino, al Johnen & Schöttle di Colonia, al Camden Arts Centerdi Londra; e poi ancora tra le altre sedi: la Biennale di Venezia, Documenta a Kassel e il Museum of Modern Art di New York .

Graham vive e lavora a New York City.