Napoli
Vecchie lastre degli anni ’60, scene di un film argentino, finiscono nelle atmosfere sospese del futuro distopico ipotizzato da W. Kar Wai in “2046”. In un mondo gestito da Robot, gli uomini vivono in solitudine, incapaci di comunicare, al punto che i segreti diventano valori preziosi più del denaro. L’incontro genera una sorta di film muto, in cui le battute del film fanno da didascalia ai soggetti, che irrompono dal bianco dello sfondo a rivelare segreti nascosti dentro i sali d’argento.
> Laureata all’Accademia di Belle Arti in Fotografia come linguaggio d’arte, affascinata da sempre dalle contraddizioni e dagli ossimori; collezionista di foto d’altri. La sua privilegiata forma espressiva è quella dell’appropriazione, attraverso la quale, a partire da vecchie fotografie ritrovate, ricostruisce album arricchiti di una nuova arbitraria memoria: soggetti in cerca di una nuova vita.
chiara.mau@outlook.com