Il lavoro di Darren Almond affronta i concetti di tempo e di viaggio così come i temi della memoria personale e storica, attraverso evocative riflessioni tradotte in video, installazioni, sculture e fotografie.
Il tempo, indagato in tutte le sue differenti concezioni, diviene protagonista costante della ricerca dell’artista inglese. Dalla sua prima personale nel 1995 “AReal Time Piece” dove un video mostrava il suo studio vuoto con un orologio digitale sulla parete che amplificava il passare di ogni minuto; al lavoro “Tide”, nel quale 600 orologi digitali erano allineati per tutta la superficie del muro registrando simultaneamente l’incessante passaggio del tempo.
Molti dei lavori di Almond nascono dal raggiungimento di luoghi geografici inaccessibili e lontani come il Circolo Polare Artiaco, la Siberia, le sacre montagne in Cina o la sorgente del Nilo.
In Indonesia l’artista segue un minatore di zolfo durante una giornata di lavoro dalla bocca del cratere all’estremità del vulcano per produrre “Bearing” video girato con una telecamera ad alta definizione. In “Schacta”, Almond filma le attività di minatori di stagno in Kazakhstan e le contrappone ad una evocativa colonna sonora – prodotta con una registrazione sul campo – di una musicista/sciamano locale durante la sua performance. Altri lavori esplorano i temi più strettamente personali: “Traction” è una ambiziosa proiezione di tre schermi che traccia il ritratto del padre dell’artista , malgrado riveli la preoccupazione per il trascorrere del tempo da parte dell’artista. Una simile intimità è evocata nella video-installazione “If I had you”, proposta per il Turner Prize (2005): sensibile ritratto della nonna, e sue giovanili reminiscenze, narrato attraverso l’interazione reciproca di quattro video.
In “Terminus”, Almond negoziò il trasferimento dell’originale fermata dell’autobus del paese di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) per fare un’installazione in movimento circa la perdita della storia.
Le tematiche sopraelencate quali il tempo ed il viaggio sono visibilmente presenti anche nella serie di fotografie di paesaggi intitolati “Fullmoon”, iniziata dal 1998. Almond cattura la luna piena, in diverse parti del mondo, utilizzando un tempo di esposizione di 15 minuti. Queste immagini di particolare bellezza appaiono quasi irreali: i paesaggi sembrano immersi in una inusuale luce chiara tanto che la notte sembra essersi trasformata in giorno. Nel 2014 la casa editirice Taschen ha dedicato una corposa monografia sul tema dei Fullmoon.
Brevi cenni biografici:
Darren Almond nato nel 1971 a Wigan, Inghilterra. Vive e lavora a Londra.
Principali mostre personali: Art Tower Mito, Japan (2013), Sala Alcalá 31, Madrid, Château Gallery, Domaine Régional de Chaumont-sur-Loire (2012); The High Line, New York, Villa Merkel, Esslingen, L’Abbaye de la Chaise Dieu, Chaise Dieu; Frac Haute-Normandie, Rouen e FRAC Auvergne, Clermont Ferrand (2011), Parasol Unit (2008), SITE Santa Fe (2007), Museum Folkwang, Essen (2006), K21, Düsseldorf (2005), Kunsthalle Zürich (2001), Tate Britain (2001), De Appel (2001) and The Renaissance Society, Chicago (1999).
Principali mostre collettive: Helmhaus, Zurich, 6th Biennale da Curitiba e Miami Art Museum (2011), MAC/VAL, Vitry-sûr-Seine, (2010), the Tate Triennial, Tate Britain and Frac Lorraine, Metz (2009), Moscow Biennale (2007), The Turner Prize, Tate Britain (2005), The Busan Biennale (2004), Biennale di Venezia (2003), Berlin Biennale (2001), ‘Sensation’ (1997-1999).