Arte bellezza e fragilita’

Le persone fragili sono parte dell’anima creativa di una città. Sono preziose e i luoghi che le ospitano sono una ricchezza per il territorio e per tutta la comunità. Una risorsa che deve sapersi aprire al territorio per essere percepita e vissuta come parte del quotidiano, come spazio di incontro e scambio per tutti. Per questo motivo tre centri diurni e socio occupazionali per persone diversamente abili di Reggio Emilia diventano spazi espositivi all’interno del Circuito OFF.
In mostra ci sono le immagini di fotografi che hanno accettato di essere co-protagonisti di questo percorso di incontro tra creatività e fragilità, che può dar vita a nuove opportunità di inclusione sociale e di nuovi sguardi.

I centri diurni protagonisti di questa iniziativa sono CTO, in Viale Ramazzini 33, con la mostra “Purgatorio – Dietro le quinte” di Fabio Villa; Casa Ferrari con gli scatti di Luca Cristofori e La Polveriera, che anche quest’anno torna ad ospitare diversi progetti, tra cui “Quiet Place” di Ivan Arsenijevic e l’installazione “soggettive distrazioni” di Giulia Mazzoleni nel Piazzale Oscar Romero.
La Polveriera ospita anche le immagini scattate dai protagonisti del corso “creare fotografie” tenuto da Laura Sassi, fotografa di Viaduegobbitre. Il corso, che si è svolto da gennaio a marzo, è nato dall’incontro di alcune realtà del territorio (Fotografia EuropeaCircuito OFF, La Polveriera e Cooperativa Coress Il Piccolo Principe) e ha preso forma dalla volontà di proporre un momento per tutti, senza limiti o barriere, in cui mettersi in gioco e approfondire le proprie conoscenze fotografiche.

La Polveriera è un luogo del molteplice: tante storie, progetti in movimento, spazi per la socialità, memorie del passato, soggetti pubblici, associazioni e privati. E così le identità si aprono, diventano presupposto di trasformazione o momento di verifica. Come gli spazi descritti dal fotografo serbo Ivan Arsenijevic nella mostra “Silent Places”. Ritraggono strade, palazzi, scorci urbani vuoti e immobili: uno spazio per il silenzio e la contemplazione, un momento per riflettere su quello in cui ci stiamo trasformando. In “Soggettive distrazioni” della giovane Giulia Mazzoleni una struttura metallica ospita lo spettatore che è indotto a distanziarsi dal punto di vista abituale del visitatore di mostre. Il concetto di un prima e un dopo torna anche in “Da Norma Jean a Marilyn”, collettiva del gruppo L’Artificio nato dalla rifondazione dello storico Circolo degli Artisti di Reggio Emilia: una pluralità di sguardi che cerca di decifrare l’enigma esistenziale dell’indimenticabile diva.

 

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