CIRCUITO OFF 2016
La sezione collaterale del festival Fotografia Europea

Fotografia Europea Reggio Emilia

Un progetto del Comune di Reggio Emilia

Comune di Reggio Emilia – Città delle persone

COLLEZIONE PRIVATA

dal 07.05 al 03.07

1839 – 1899 I MIEI PRIMI SESSANT’ANNI, LA FOTOGRAFIA
DALLA COLLEZIONE PRIVATA DI DANIELE BURAIA

Gruppi di famiglia da tramandare ai posteri, interni di una borghesia all’apogeo, lunghe pose in studio, reportage ante litteram, scorci di città che sarebbero diventate cartoline, ritratti austeri e commoventi,Nord America cappelli piumati, carte de visite, monumenti e rovine, squarci esotici, cerimonie e autorità, orientalismi freak, il portento del colore…

La fotografia nei primi decenni dalla sua invenzione – dagli anni ‘40 al termine del XIX secolo – compie balzi prodigiosi nella ridefinizione del mondo. E lo fa anche grazie a tecniche poi cadute in disuso dai nomi immaginifici: ferrotipo, albumina, stampa al carbone, woodburytipia, cianotipia, crystoleum. Come se il fotografo fosse un alchimista alle prese con la chimica, il tempo e le leggi segrete del creato.

La mostra “1839-1899, i miei primi sessant’anni, la Fotografia”, una delle maggiori attrazioni del circuito Off, è un viaggio in questa straordinaria evoluzione realizzato a partire dalla collezione del fotografo ferrarese Daniele Buraia.

Un allestimento di questo tipo testimonia dell’attrazione esercitata da queste immagini invecchiate dal tempo e circondate da quell’aura di cui scriveva Walter Benjamin. Esse evocano, al contempo, Fratelli Alinaril’avventuroso “destino” di appassionati e collezionisti, pronti a passare al setaccio mercatini, solai, bauli alla ricerca di un nuovo pezzo, magari di un volto che ci guarda da un’epoca remota e che, nonostante la lontananza, racchiude ancora la vitalità e la presenza dell’attimo.

Il fulcro della mostra ruota intorno agli anni dell’Unità d’Italia, nei quali una borghesia in ascesa affidava all’obiettivo speranze e timori, ottimismo e turbamento. La bellezza formale di molti scatti, le qualità pittoriche, la finezza della messa in scena rendono uniche queste opere senza autore, memoria collettiva di più generazioni. Il contrasto tra la novità che la fotografia rappresentava nel momento in cui era stata scattata e il corso della storia che la distanzia da noi costituisce per lo spettatore di oggi un singolare motivo di fascino.Le due torri

L’esposizione assume un interesse particolare per la sede che la ospita, lo storico palazzo dell’Archivio di Stato, un tesoro al centro della città. È un luogo dalla lunga vicenda iniziata prima del XVI secolo, proseguita con gli interventi dei Duchi d’Este, caratterizzata da successivi passaggi tra ordini ecclesiastici e commercianti ebraici. Un percorso nella storia in dialogo ideale con la grande varietà di immagini esposte.

 

Archivio di Stato

corso Cairoli 6