dal 15.05 al 20.06
a cura di Daniela Bazzani
Un incendio, una macchia, non una semplice macchia, ma petrolio. Il terreno diventa una lastra d’argento, soffoca e perisce in silenzio. Una mappatura di 100 frammenti ricostruisce il decorso e la guarigione. Un’immagine, apparentemente statica, cela una radiografia terrena di un rapporto viscerale tra l’evoluzione della natura e l’artificialità dell’uomo. L’installazione composta da un cubo in plexiglass mostra come tale connessione possa essere così sofisticata ma anche letale. Un volume di sedici litri d’acqua riempie il cubo, portando alla consapevolezza del peso della vita. Come una bilancia quest’ultimo è composto da due pesi contrapposti che oscillano tra diverse soluzioni: da una parte l’acqua, simbolo di vita terrena e guarigione, dall’altra, invece, la fragilità e la caducità dell’uomo. Nessuno può dare una certezza di soluzione poiché, come nella natura, i pesi delle cose possono variare in maniera incontrollata. L’unica certezza è l’attesa.
corso Cairoli 6
Reggio Emilia