FE 2015

Un progetto del Comune di Reggio nell'Emilia
 
Comune di Reggio Emilia – Città delle persone

  • Merda n° 10, Castelbosco, Piacenza, 2014 © Carlo Valsecchi
    Merda n° 10, Castelbosco, Piacenza, 2014 © Carlo Valsecchi
  • # 0906 Etna, Catania, 2014  © Carlo Valsecchi
    # 0906 Etna, Catania, 2014 © Carlo Valsecchi

Carlo Valsecchi

Le fotografie presentate a Reggio Emilia da Carlo Valsecchi provengono da tre corpus di lavoro apparentemente distinti tra loro. Di questi, uno è concluso, Mare Nostrum, un progetto durato cinque  anni e organizzato attraverso una mappa nautica a griglia numerica, la quale enumera e nomina tutti i mari che bagnano l’Italia; gli altri due sono ancora in divenire – VulcanoMerda.

 

Vulcano prevede un lavoro in quota sulla’Etna in Sicilia, dove la potenza della natura, oltre i limiti della vegetazione arborea, si manifesta nei suoi aspetti distruttivi e generativi.

 

Merda è una ricerca sul processo di trasformazione dello sterco bovino utilizzato per la produzione di energia elettrica attraverso la digestione anaerobica. Un ciclo produttivo senza scarti a bilancio positivo sull’ambiente, realizzato in Italia.

 

Dopo la ricerca sull’interazione tra uomo e natura realizzata in Argentina e confluita nel corpus San Luis, esposto al MART di Rovereto, questa selezione sviluppa il tema della ricerca di Valsecchi attraverso un nuovo dialogo tra l’essenza della natura (Vulcano, Mare) con l’essenza del vivente, umano e animale (Merda).

Le opere di Carlo Valsecchi qui esposte fanno parte della mostra collettiva No Man Nature.

NO MAN NATURE

Mostra a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini
Opere di Darren Almond, Enrico Bedolo, Ricardo Cases, Pierluigi Fresia, Stephen Gill, Dominique Gonzalez-Foerster e Ange LecciaMishka Henner, Amedeo Martegani, Richard MosseThomas Ruff, Batia Suter, Carlo Valsecchi, Helmut Völter

 

Il taglio scelto per la mostra No Man Nature solleva i temi della natura senza uomo e dell’uomo senza natura sottoponendo euristicamente la riflessione dai suoi due margini estremi. Questi margini non indicano più soltanto l’inesplorato, l’ignoto, l’invisibile, l’inimmaginabile, ma la possibilità stessa dell’esistenza di un mondo senza più uomo e, d’altra parte, dell’invenzione da parte dell’uomo di un mondo che non rimanda più alla natura. Queste possibilità, a loro volta, possono essere percepite come pericoli, quello ecologico della distruzione della natura e dell’autodistruzione della specie umana o quello dell’euforia della “tecnica” che ha come contraltare la solitudine dell’essere umano di fronte al mondo. E ancora: a volte desideriamo di vivere in una natura incontaminata e deserta, sogno di un ricominciamento impossibile, mentre al tempo stesso stiamo costruendo un mondo completamente modellato sul virtuale e sull’immaginario, con una natura altrettanto virtuale e immaginaria.

 

Infine, d’altro canto, perché le cose siano o vadano così c’è sempre un motivo, quindi la riflessione sui casi limite interroga anche sul punto in cui siamo. La mostra vuole proporre tali questioni per immagini, attraverso esempi che mettano il pubblico nella condizione di interrogarsi sulla sua posizione nei loro confronti.

 

L’idea generale è sempre quella di usare la fotografia non come documento e rappresentazione, bensì di sfruttare le sue possibilità interrogative e suggestive. Le questioni poste sul rapporto uomo/natura diventano allora metafora anche della funzione e del ruolo della fotografia.

BIO

La ricerca di Carlo Valsecchi (Brescia, 1965) si sviluppa a partire dal concetto di spazio mentale. Lo scopo del suo lavoro è individuare un linguaggio, un sistema di rappresentazione tra gli infiniti possibili, in cui lo spazio mentale trovi i propri confini traducendosi in spazio fisico.

Le sue fotografie puntano a indagare i molteplici aspetti della realtà attraverso un processo di trasformazione che spesso si avvale dei codici dell’astrazione: un modo per cercare di oltrepassare l’inclinazione oggettivante della fotografia.

 

Nel 1992 espone alla Biennale di Architettura di Venezia e successivamente in Italia ed all’estero.

Tra le sue esposizioni ricordiamo: Istituto di cultura Italiano, New York 1999; Fondazione Guggenheim, Venezia 2000; Galerie 213, Parigi 2001; Studio Casoli, Milano 2001; Semaines européennes de l’image – Le bàti, le vivant, Lussemburgo 2002; GAMeC, Bergamo 2003; “A ferro e fuoco” Triennale, Milano 2006; Paris Photo, Statements, Parigi 2007; “Past, Present, Future”, Highlights from the UniCredit Group Collection, Bank Austria Kunstforum, Vienna 2009; “Lumen”, a mid-career retrospective, Musée de l’Elysèe, Losanna 2009, esposta alla Walter Keller Gallery, Zurigo 2009 e alla Galleria Carla Sozzani, Milano, 2011; “San Luis” al Museo MART di Rovereto 2011; 54. Biennale di Venezia, Padiglione Italia, invitato da Norman Foster, Corderie dell’Arsenale di Venezia, Venezia, 2011; “Subverted”, Ivorypress, Madrid, 2012; “Landmark: The Fields of Photography”, Somerset House, Londra, 2013; “Mare Nostrum”, Walter Keller Gallery, Zurigo, 2013; Roberto Coda Zabetta e Carlo Valsecchi, Case Chiuse di Paola Clerico, garage Soccol, Milano, 2015.

La pubblicazione Lumen, Hatje Cantz 2009, vince il premio The German PhotoBook of the Year 2010.

EVENTI COLLEGATI

Sabato 16 maggio

ore 11.00_Teatro Cavallerizza

CONFERENZE

No Man Nature: Diane Dufour, Elio Grazioli e Walter Guadagnini dialogano con gli artisti Enrico Bedolo, Pierluigi Fresia, Mishka Henner, Carlo Valsecchi, Helmut Volter

A seguire booksigning

Ore 14.00_Palazzo da Mosto

ASK THE ARTIST

Gli artisti Enrico Bedolo, Pierluigi Fresia, Mishka Henner, Carlo Valsecchi, Helmut Volter e i curatori della mostra No man nature saranno disponibili per rispondere alle domande del pubblico

Sede

Palazzo da Mosto
via Mari, 7
42121 Reggio Emilia

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Orari

• nelle giornate inaugurali
15/05 › 19-24
16/05 › 10-24
17/05 › 10-24
• dal 22 maggio al 26 luglio da venerdì a domenica
venerdì › 16-23
sabato › 10-23
domenica e festivi › 10-20

mappa

Categoria
Palazzo da Mosto