FE 2015

Un progetto del Comune di Reggio nell'Emilia
 
Comune di Reggio Emilia – Città delle persone

  • Savigno, 2015 © Amedeo Martegani
    Savigno, 2015 © Amedeo Martegani
  • Savigno, 2015 © Amedeo Martegani
    Savigno, 2015 © Amedeo Martegani
  • Savigno, 2015 © Amedeo Martegani
    Savigno, 2015 © Amedeo Martegani

Amedeo Martegani, Savigno

 

Si tratta di un’”azione” compiuta nell’agosto 2014 nelle campagne dell’appennino Bolognese, vicino a Savigno. E’ la storia di un cavallo che indossa una coperta luminosa e che viene invitato a entrare in un bosco. All’inizio è perplesso, circospetto, imbarazzato, dubbioso, ma poi si convince e si butta nel nero del bosco da cui subito cerca un’uscita.
Il racconto del suo vagare tra gli alberi per cercare il suo prato è anche la sua trasformazione in un volume luminoso che lo vede diventare un disegno e una forma spaziale imprendibile.

 

L’azione è stata resa possibile grazie a Gino Gianuizzi e ai ragazzi che hanno partecipato al workshop: Alice Mazzarella, Simonetta Mignano, Luca Pucci, Franco Ariaudo.

 

Le opere di Amedeo Martegani qui esposte fanno parte della mostra collettiva No Man Nature.

NO MAN NATURE

Mostra a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini
Opere di Darren Almond, Enrico Bedolo, Ricardo Cases, Pierluigi Fresia, Stephen Gill, Dominique Gonzalez-Foerster e Ange LecciaMishka Henner, Amedeo Martegani, Richard Mosse, Thomas Ruff, Batia Suter, Carlo Valsecchi, Helmut Völter

 

Il taglio scelto per la mostra No Man Nature solleva i temi della natura senza uomo e dell’uomo senza natura sottoponendo euristicamente la riflessione dai suoi due margini estremi. Questi margini non indicano più soltanto l’inesplorato, l’ignoto, l’invisibile, l’inimmaginabile, ma la possibilità stessa dell’esistenza di un mondo senza più uomo e, d’altra parte, dell’invenzione da parte dell’uomo di un mondo che non rimanda più alla natura. Queste possibilità, a loro volta, possono essere percepite come pericoli, quello ecologico della distruzione della natura e dell’autodistruzione della specie umana o quello dell’euforia della “tecnica” che ha come contraltare la solitudine dell’essere umano di fronte al mondo. E ancora: a volte desideriamo di vivere in una natura incontaminata e deserta, sogno di un ricominciamento impossibile, mentre al tempo stesso stiamo costruendo un mondo completamente modellato sul virtuale e sull’immaginario, con una natura altrettanto virtuale e immaginaria.

 

Infine, d’altro canto, perché le cose siano o vadano così c’è sempre un motivo, quindi la riflessione sui casi limite interroga anche sul punto in cui siamo. La mostra vuole proporre tali questioni per immagini, attraverso esempi che mettano il pubblico nella condizione di interrogarsi sulla sua posizione nei loro confronti.

 

L’idea generale è sempre quella di usare la fotografia non come documento e rappresentazione, bensì di sfruttare le sue possibilità interrogative e suggestive. Le questioni poste sul rapporto uomo/natura diventano allora metafora anche della funzione e del ruolo della fotografia.

BIO

Nato nel 1963 a Milano, dove vive e lavora.
Agli esordi della carriera espositiva di Amedeo Martegani vi è una ormai storica mostra collettiva organizzata da Corrado Levi al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel 1986, intitolata Il Cangiante. Il gusto per la leggerezza, il piacere per l’avventura intellettuale, il rifiuto di ogni ideologismo, caratteristici di quel gruppo di giovani artisti raccolti attorno agli spazi della ex fabbrica Brown Boveri, si rifletteva in questo titolo, che potrebbe essere usato oggi come formula antonomastica per definire lo stesso Martegani.
Volgendoci all’indietro, il percorso delineato dell’artista milanese nell’ultimo decennio appare
infatti come un procedere per continui scarti laterali, un divagare sinuoso tra molteplici interessi, passioni, linguaggi, che si sottrae a ogni tentativo di definizione, a ogni etichetta.
Il suo operare si configura all’interno di un pensiero che rifiuta certezze e dogmi, in primo luogo quelli dell’arte.

Seguendo traiettorie personali, lontane dalle strade battute, rifuggendo dalla fissità sclerotizzante dei ruoli istituzionalizzati, Martegani si concede al mutevole e imprevedibile accendersi degli entusiasmi con spirito di chi sa che il presente non può trovare nella storia la sua giustificazione.

Non c’è medium né tecnica, non c’è soggetto, storico o attuale, che non possa e non debba passare attraverso il filtro dell’atteggiamento dell’artista: conta la bellezza, conta tutto ciò che ne fa parte, natura, etica, eleganza, disinvoltura, ma anche e soprattutto la non enfasi, la non esibizione, la non sottolineatura, e invece la ricerca e l’attaccamento al reale, dalla sua declinazione più personale, esistenziale, a quella più concreta, fattuale e sociale.
L’opera è un’occasione per un legame, che sia un racconto da seguire tra segni “tirati” da pennello o spatola, o un’analogia tra figurato e altro, che sia la domanda di un contatto diretto, di un desiderio o di un piacere condiviso. L’opera è insieme un evento e una traccia da seguire, come in natura, dove il soggetto, l’autore – come suggerisce il titolo di una sua opera del 1993: Esserci, nascondervicisi, fare capolino – senza certo sottrarsi all’esserci, non vi fa però leva per affermare un privilegio ontologico, ma per fare invece capolino. L’arte è questa pratica sospesa tra l’essere e il fare, tra l’apparire e il “far segno”.

EVENTI COLLEGATI

Sabato 16 maggio_ore 11.00_Teatro Cavallerizza

CONFERENZE

No Man Nature: Diane Dufour, Elio Grazioli e Walter Guadagnini dialogano con gli artisti Enrico Bedolo, Pierluigi Fresia, Mishka Henner, Carlo Valsecchi, Helmut Volter.

A seguire booksigning

Sede

Palazzo da Mosto
via Mari, 7
42121 Reggio Emilia

7

Orari

• nelle giornate inaugurali
15/05 › 19-24
16/05 › 10-24
17/05 › 10-24
• dal 22 maggio al 26 luglio da venerdì a domenica
venerdì › 16-23
sabato › 10-23
domenica e festivi › 10-20

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Categoria
Palazzo da Mosto