5 decenni per 5 scatti: gli anni ’80

Fotografie che hanno fatto la storia

 

Gli anni ’80 sono i protagonisti di questo terzo appuntamento con le “fotografie che hanno fatto la storia”. Abbiamo scelto 5 immagini iconiche che, da sole, sono in grado di restituire il sentire di quel decennio e che hanno regalato voce eterna a persone, eventi, storie.

Negli anni ’80 la colonna sonora delle nostre giornate era Thriller di Michael Jackson e, mentre Madonna scatenava orde di adolescenti sulle note di Like a Virgin, al cinema usciva Full Metal Jacket, Umberto Eco pubblicava Il nome della Rosa e il Nintendo (madre di tutte le console) faceva la sua comparsa sul mercato.

Bene, ora che abbiamo velocemente riassaporato il sapore di quegli anni ecco quelle che, secondo noi, sono le 5 immagini più iconiche del decennio.

1.Steve McCurry, Ragazza Afgana (1984)

1.Steve McCurry, Ragazza Afgana (2002)_bis

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Afghan Girl, 1984

Steve McCurry, giornalista e fotografo del National Geographic, nel 1982 si trova in un campo profughi vicino alla città di Peshawar per documentare la vita dei rifugiati afgani dopo l’occupazione sovietica.

Nella scuola del campo McCurry incontra Sharbat Gula, dodicenne rimasta orfana e arrivata fin lì con nonna e fratelli. Colpito dalla ragazza le chiede il permesso di fotografarla e lei, che non ha mai visto una macchina fotografica prima di allora, accetta.
Lo scatto originale viene pubblicato per la prima volta sulla copertina di National Geographic nel 1984, ed è ad oggi la foto più riconosciuta della storia della rivista. L’intensità dello sguardo della ragazza, gli occhi disarmanti e la sua espressione di paura, rabbia e voglia di riscatto sono diventati simbolo del conflitto afgano e allo stesso tempo di tutte le guerre che imperversano in Medio Oriente.

L’identità della ragazza resta sconosciuta fino alla caduta del regime talebano del 2001, dopo la quale McCurry torna in Afghanistan per cercarla.
Ormai trentenne, sposata e madre di tre figlie, la ritrovata Sharbat Gula non è interessata alla fama che ha ricevuto il suo ritratto ma, una volta saputo di essere diventata simbolo della dignità del suo popolo, accetta di posare di nuovo per McCurry, 18 anni dopo.

nelle foto: Steve McCurry. Ragazza Afgana (1984, 2002)

2.Jeff Widener, Tank Man (1989)

 

Tank Man, 1989

Nell’aprile del 1989, a Pechino, iniziano le proteste degli studenti contro il governo cinese e contro le imposizioni di un regime soffocante che controlla l’informazione e chiude le porte al mondo.

La dirigenza del partito, che non può permettersi che studenti e dissidenti conquistino spazi e autorevolezza, decide di reprimere gli scontri utilizzando la violenza.
Il 4 giugno Pechino viene invasa dai militari, Piazza Tienanmen è il punto di ritrovo dei manifestanti e lì convergono anche le forze armate. Benchè non si conosca il numero esatto delle persone uccise quel giorno, quello che sappiamo è che fu una carneficina.

Il giorno dopo Jeff Wiedener, fotografo dell’Associated Press in città per documentare gli scontri, si trova sul terrazzo del Beijing Hotel per monitorare la situazione: il suo responsabile l’ha mandato lì a scattare perché è un luogo sicuro ma con una buona visuale sulla scena.
Wiedener vede arrivare una fila di imponenti carri armati quando nota un giovane, disarmato, che si ferma in mezzo alla strada e blocca il passaggio dei mezzi. I carri armati provano a girargli intorno ma il ragazzo li blocca più volte, solamente con la resistenza passiva.
Un singolo uomo, con una busta in una mano e la giacca nell’altra, ferma quei giganti di ferro.

Il fotografo immortala il momento ma non è l’unico a realizzare lo scatto perchè altri quattro colleghi sono con lui sullo stesso terrazzo. Nonostante questo, Wiedener è l’unico che riesce a non farsi sequestrare la pellicola dalla polizia cinese: appena scatta toglie il rullino dalla macchina e lo consegna a un giovane “con lo zaino e la coda di cavallo”, destinando così questa foto alla storia.

Nonostante non se ne conosca l’identità, il giovane resta un eroe della storia moderna, grazie anche a Jeff Weidener che, con il suo scatto, gli ha dato una voce in grado di parlare al mondo.

3.Frank Fournier, Omayra Sánchez (1985)

 

Frank Fournier, Omayra Sánchez (1985)

Il vulcano Nevado del Ruiz nel 1985 torna in attività eruttiva, e una colata di fango scatenata dall’eruzione si abbatte sulla città di Armero, in Colombia, provocando circa ventiquattromila vittime.

Il fotoreporter francese Frank Fournier è sul posto per documentare la tragedia.
Tra detriti, macerie e persone in difficoltà, il suo sguardo di ferma sulla tredicenne Omayra Sanchez, intrappolata dentro acqua e fango da quel che resta della sua casa: tutto il suo corpo è sommerso tranne la testa.

I soccorritori tentano di liberarla per due giorni e tre notti, ma le attrezzature di salvataggio tardano ad arrivare. Fournier si rende conto di non poter in alcun modo aiutare Omayra, e assalito da una sensazione di impotenza capisce che l’unica cosa che può fare è raccogliere una testimonianza di quello che sta succedendo scattando una foto.
Omayra, sfinita, muore per un attacco cardiaco il giorno seguente, ma grazie a Fournier la sua dignità e il suo coraggio sono arrivati al mondo intero provocando inoltre polemiche e indignazione contro il governo colombiano, accusato di aver ignoraro i segnali dell’imminente eruzione.

Per il suo scatto Fournier vince il World Press Photo, ma nonostante questo è costantemente assalito da molti dubbi: è giusto mostrare la sofferenza di Omayra? È possibile farlo senza mancarle di rispetto?
Sono tante le correnti di pensiero, ma ci ricorderemmo ancora della tragedia di Armero se Frank Fournier non avesse scattato e pubblicato questa foto?

Caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989)

Il crollo del Muro di Berlino sancisce la nascita della Germania unita ed è considerato il simbolo della fine dei regimi in Europa.
Costruito nel 1961 dal governo della Germania Est per evitare che gli abitanti della Berlino Ovest potessero circolare liberamente, il Muro spezzava in due la capitale tedesca.
Persone della stessa famiglia erano state divise e molte sono state, negli anni, le persone uccise nel tentativo di scavalcare il muro.

Il 9 novembre 1989, nel corso di una conferenza stampa molto confusa, il ministro della propaganda della Germania Est annuncia che la decisione del governo di concedere permessi per muoversi liberamente nella parte ovest è da subito esecutivo. E’ stato in realtà male informato e avrebbe dovuto dire che la decisione sarebbe diventata esecutiva da lì a qualche giorno, ma ormai il danno è fatto e migliaia di persone scendono per le strade di Berlino per ritrovarsi davanti al Muro. Nella confusione del momento qualcuno, ancora oggi non si sa chi, dà l’ordine ai soldati dei posti di blocco di ritirarsi e così berlinesi dall’est e dall’ovest possono finalmente riabbracciarsi dopo 29 anni di separazione.

Nei giorni seguenti il Muro viene smantellato e le immagini di quella notte e delle persone in festa alla Porta di Brandeburgo fanno il giro del mondo.

Disastri tricologici

Per chiudere questo viaggio tra le immagini più significative degli anni ’80 abbiamo deciso di sceglierne alcune che sono sì rappresentative di quel decennio ma che non abbiamo mai visto nei libri di storia, nei grandi magazine o ai notiziari tv.
Le ultime “iconiche” foto che abbiamo scelto sono infatti dimenticate e (spesso) volontariamente nascoste, relegate in soffitta nella speranza che nessuno vi posi mai più lo sguardo.

Stiamo parlando di quelle foto che ritraggono noi, voi, l’umanità intera vittima di uno dei lati peggiori degli ani ’80: le acconciature.
In quel decennio iconico, colorato e da molti rimpianto, gli eccessi nel look e nel makeup erano all’ordine del giorno. Colori fluo, stampe stravaganti, abbinamenti eccentrici, tutto è concesso.

E tra un eccesso e l’altro meritano un posto d’onore alcuni “disastri tricologici” che all’epoca erano considerati estremamente fashion: cotonature multistrato, litri di lacca, improbabili lunghezze.
Chi in quell’epoca era un fashion-addicted ha sicuramente in giro per casa (forse non proprio “in giro”, ok) almeno una fotografia in cui sfoggia con fierezza un’acconciatura che ricorda quelle di questa gallery… ma, chiome discutibili o meno, secondo noi queste foto si sono guadagnate uno spazio nell’iconografia degli anni ’80!

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