Focus on: mostre ai Chiostri di San Domenico

Si diceva un tempo… scattare una foto è rubare qualcosa alla realtà, addirittura a quella invisibile o fantastica (l’anima…).
Ma forse noi oggi possiamo riconoscere che si tratta di scegliere qualcosa da un flusso per immetterlo in un altro flusso. In questo spostamento cosa si perde e cosa si libera? Qui è in gioco la questione di una nuova concezione dell’autentico; esso può derivare solo da una doppia presa. Un doppio sogno…

Le mostre dei Chiostri di San Domenico ci offrono uno scenario di questo tipo con alcuni dei nuovi talenti della scena internazionale selezionati da un comitato scientifico composto da Elio Grazioli, Walter Guadagnini e Diane Dufour.

Arianna Arcara e Luca Santese elevano la forma del reportage al quadrato. In “Found Photos in Detroit” partecipiamo alla micidiale decadenza della Motor City attraverso lo sguardo secondo di materiali ritrovati nei contesti più diversi e casuali: case private, uffici, istituzioni… La corrosione, anche fisica, operata dal tempo compone un’opera allo stesso tempo concreta ed epica. Non a caso il libro derivato dal progetto è stato selezionato per la collana “Photobook: A History” che raccoglie i migliori 200 libri fotografici dopo la seconda guerra mondiale.

In altra zona degli USA, tra lo stato New Jersey e New York City, Daniele Lisi mette in scena uno sdoppiamento. Giorno e notte, immagini satellitari e scatti “normali”, il quadro d’insieme e il dettaglio. Opzioni urbanistiche che sono visioni del mondo, oggetti che compongo l’identità del quotidiano, prospettive di possibili vie di fuga: “Cluster” è una ricerca rigorosa e, allo stesso tempo, dissonante.

Anche Jules Spinatsch esplora una dimensione apparentemente omogenea per estrarne gli elementi di un’irrazionale macchinazione. “Asynchronous I-X” è un viaggio nell’immaginario della potenza atomica realizzato a partire da posizioni differenti che finiscono per incontrarsi: da un lato la propaganda, l’inganno che gioco sull’istinto della paura; dall’altro i luoghi, i riti e gli oggetti della tecnologia più avanzata. Il risultato? La formula inspiegabile della distruzione.

Alessandro Calabrese e Milo Montelli dipanano il mistero di una vita che non è la loro. “A drop in Ocean” racconta la storia di Sergio Romagnoli: fotografo amatoriale, professore, naturalista, viaggiatore. Una vita finita presto e all’improvviso. Ma più che la soluzione conta il viaggio attraverso un materiale estraneo che deve incontrarsi con il gesto di chi se ne appropria. Memoria, evoluzione e impasse di uno sguardo “altro”.

Ancora su un confine, quello audio-visivo in stato di costante mutazione, si sviluppa il lavoro di Bruno Pulici in “St()ma” ideato insieme al musicista Cristiano Calcagnile. Forme organiche, spostamenti di natura e d’ambiente, suggestioni che esplorano il dato reale sotto specie microscopica per farlo approdare ad autentiche visioni. Per accompagnare lo spettatore al di là della soglia. Della fissità, dell’abitudine, della percezione…

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