Focus on Joan Fontcuberta

Da una trentina d’anni Joan Fontcuberta scompiglia il mondo della fotografia con una serie di geniali progetti che giocano con il potere, il fascino e il rischio contenuto in ogni immagine. Per invitare lo persone a sbarazzarsi delle abitudini e a esplorare i confini tra realtà e finzione. Con responsabilità e… humor.

Chi è
Joan Fontcuberta (Barcellona 1955). Si è affermato a livello mondiale a metà degli anni Ottanta. All’attività di fotografo alterna quella di pubblicitario, artista plastico, critico, insegnante, storico, giornalista. Nel 2013 gli è stato assegnato il premio Hasselblad.

Cosa fa
Graffiante, pirotecnico e instancabile Fontcuberta ha messo alla berlina le convenzioni culturali che ci influenzano e, talvolta, ci opprimono davanti a una fotografia: condizionamenti che derivano dall’educazione, dai mass media, dalla storia. L’abilità nella costruzione di un’immagine diventa uno strumento per nascondere e, allo stesso tempo, mostrare la verità dell’inganno e l’inganno della verità.

In Herbarium, sulla falsariga degli studi e delle raccolte che, dall’antichità passando per il Medioevo, catalogano il mondo vegetale, ecco una serie di piante impossibili assemblate con gli oggetti della quotidianità.

La propensione para-scientifica emerge anche in Fauna dove animali fantastici, frutto del sogno e dell’assemblaggio, prendono vita sotto la guida di uno scienziato geniale dalla dubbia esistenza. Allo stesso modo in Sirens la composizione di resti fossili autentici realizza un’archeologia del più affascinante degli esseri mitologici.

In Constellations le immagini siderali delle galassie e la loro aura filosofica sono ricavate dagli ingrandimenti di tracce di polvere, insetti spiaccicati e altri residui rimasti impressi sul parabrezza della propria auto. La suggestione dello spazio torna nell’odissea di una navicella russa di cui le autorità hanno cancellato le tracce (Sputnik): ma i tratti fisionomici dell’astronauta a capo della missione somigliano misteriosamente a quelli di Fontcuberta…

La mistificazione propagandistica affiora in Deconstructing Osama, che “svela” la storia di un attore e cantante costretto a interpretare il ruolo del terrorista, e in Googlegrams nella quale una serie di icone del nostro tempo sono costruite, alla maniera di un mosaico, con “tessere” generate dal popolare motore di ricerca.

In Camouflages Fontcuberta decostruisce… se stesso: le proprie opere precedenti vengono inserite nel contesto di una grande mostra antologica che rimette in discussione ancora una volta il senso creando una moltiplicazione abissale dei punti di vista e delle interpretazioni.

Non voglio essere presuntuoso, ma il mio lavoro è pedagogico. È la pedagogia del dubbio che ci protegge dal contagio della manipolazione

A Reggio
Le lumache che infestano la cassetta della posta della casa di campagna di Fontcuberta si mangiano gli inviti delle mostre. Da questo evento della quotidianità nasce il progetto Gastropoda che intreccia la fotografia della fotografia, il “lavoro” del mondo organico e una riflessione sugli aspetti materiali, concreti e nascosti della produzione artistica.

Venerdì 6 marzo alle ore 19.00 Joan Fontcuberta incontra il pubblico ai Musei Civici di Reggio Emilia.
Il fotografo spagnolo, in questi giorni in città per lavorare a Gastropoda, parlererà del suo lavoro e dei suoi progetti, in dialogo con il critico Elio Grazioli.

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